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Manovra necessaria ma troppi sprechi

La Corte dei Conti

Confindustria: siamo fuori dalla crisi

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Nella manovra del governo è "elevato il rischio di un impatto di segno negativo sulla crescita economica". L'allarme è lanciato dalla Corte dei conti nella relazione sul rendiconto generale dello Stato per il 2009 in cui si sottolinea che "c'è il rischio di un assottigliamento degli effetti attesi sul disavanzo, soprattutto per via della flessione del gettito fiscale connessa a un più basso livello di attività economica". Ma per il procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, i sacrifici sono "necessari".   SPRECO DI PUBBLICO DENARO - Durante la requisitoria nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio 2009 la Corte dei conti dice basta allo spreco di denaro pubblico. "Se è necessario chiedere sacrifici a molte categorie di cittadini, tra le quali purtroppo anche quelle più deboli, appare ancor più necessario affrontare con decisione e concretezza i problemi della cattiva amministrazione e dello spreco di pubblico denaro", sostiene Ristuccia. Il settore degli enti locali, infatti, "mostra un panorama poco lusinghiero" dal punto di vista dei bilanci. Per il procuratore generale a  fronte del "dato sostanzialmente positivo della stabilizzazione dell'indebitamento complessivo degli enti locali e regionali" dovuto alle modifiche del Patto di stabilità interno, un rapporto della Ragioneria generale dello Stato, ricorda Ristuccia, "ha accertato che questo fenomeno è espressione di una linea di tendenza che riguarda essenzialmente i piccoli Comuni a causa del cattivo andamento della spesa corrente, della gestione irregolare dei residui attivi e di una situazione critica di cassa, aggravata spesso dall'utilizzo di debiti fuori bilancio".   TROPPI ENTI - "Ad affiancare tale fattore negativo - sottolinea Ristuccia - è poi tutta la pletorica struttura amministrativa delle Regioni e degli enti locali, ripartita in numerosissimi, e spesso inutili, centri, autorità, enti, agenzie, commissioni, comunità, società miste, istituti, scuole, etc., tutti, o quasi, autonomi centri di spesa che richiedono soprattutto erogazione di stipendi, gettoni ed emolumenti vari per una moltitudini di amministratori, manager pubblico, consiglieri e consulenti". Questi apparati sopravvivono anche grazie ai corposi trasferimenti agli enti locali per i quali il Ministero dell'Interno spende annualmente tra i 15 e i 20 miliardi. POLTRONE PER LA POLITICA -  Il procuratore generale punta il dito sulla politica. "Secondo il Rapporto 2009 dell'Unioncamere - rileva Ristuccia - le società partecipate dagli enti locali risultano essere 3.626", con 39.604 cariche conseguenti, 26.331 dipendenti e 4.000 cariche di dirigenti e tecnici. Un numero assolutamente rilevante di presidenti e consiglieri di società per i servizi idrici, raccolta rifiuti, produzione e distribuzione di energia e gas, trasporto, consulenza e formazione, gestione di case vacanza, di informatica e di telecomunicazioni. "Un elenco di attività utili sovente a procurare unicamente opportunità di comoda collocazione a soggetti collegati con gli ambienti della politica".  

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