Il timone dell'Abi passa a Mussari
Ilcomitato esecutivo dell'associazione di Palazzo Altieri ha proposto ieri «all'unanimità» la sua candidatura che sarà sottoposta al consiglio direttivo che uscirà dall'assemblea del prossimo 15 luglio. Si ricompone così la spaccatura che si era creata tra i due fronti del credito: le grandi banche come Unicredit e Intesa SanPaolo a favore del senese di adozione e il blocco delle Popolari e del Credito Cooperativo che sostenevano inizialmente il presidente uscente, Corrado Faissola. È stato lo stesso, al quale sono andati «i più sentiti ringraziamenti» dell'esecutivo», a informare della decisione dell'«acclamazione» raccolta da Mussari. Mussari, nell'esecutivo, ha ringraziato sia Faissola che Patuelli (al quale dovrebbe andare una delle quattro vicepresidenze e la delega per modificare lo statuto). Il primo per aver agevolato un avvicendamento non traumatico, il secondo per aver evitato spaccature in un momento difficile per banche ed economia. Entro due mesi dalla sua elezione, ha promesso Mussari, lo statuto accoglierà le modifiche previste dal Lodo. L'unanimità è stata apprezzata dall'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera. La riunione del comitato esecutivo ha rappresentato l'occasione per far ribadire ai banchieri il loro «no» all'introduzione di nuove tasse e ad eccessi di regolamentazione da parte delle autorità di vigilanza, Consob e Bankitalia. Secondo le indiscrezioni i banchieri presenti sarebbero stati compatti nel respingere le ipotesi di ulteriori strette fiscali e regolamentari sul sistema bancario italiano. Sul tema hanno preso la parola, in interventi condivisi dagli altri presenti, sia Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, che Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo. Profumo, in particolare, avrebbe sottolineato che il suo gruppo in Austria paga la metà delle tasse che deve versare in Italia.