Torino teme comunque la reazione della Fiom
La vittoria dei sì all'accordo di Pomigliano lascia aperti ancora alcuni interrogativi. Bisognerà attendere la reazione di Torino all'esito del referendum per capire quale prospettiva si apre ora per lo stabilimento. Sul tavolo ci sono 700 milioni di euro per allestire le nuove linee nella fabbrica campana che dovranno essere pronte prima dell'estate del 2011 consentendo così di iniziare nella seconda parte dell'anno la produzione. Il risultato del referendum è la prima risposta ma non l'unica per chiudere la partita Pomigliano dal momento che neanche la valanga di sì è a questo punto di per sè una certezza. La Fiom ha ribadito che considera illegittimo il voto e che in tutti i casi non firmerà l'accordo, contro il quale minaccia azioni legali. Un atteggiamento ancora più ostile di quanto Marchionne prevedesse e, per questo, la Fiat sta valutando in quale modo sia possibile blindare l'accordo anche a fronte dell'ampio consenso dei lavoratori. Una delle ipotesi era contenuta nella prima pagina della stesura iniziale del testo del 15 giugno e prevedeva la costituzione di una nuova società, una newco, che avrebbe riassunto con un nuovo contratto i singoli lavoratori disponibili ad accettare le condizioni poste dall'azienda. Se questa strada sia percorribile o meno lo stanno verificando i legali ai quali la Fiat si è affidata. Da oggi si riparte dal numero di sì conquistati da Marchionne per capire se il progetto Futura Panda può andare avanti. L'investimento non partirà se il manager del Lingotto non avrà l'assoluta certezza del rispetto delle condizioni poste.