Idv all'attacco: sarà una farsa
Ilsì dei Democratici assume diverse sfumature. Il responsabile Lavoro Stefano Fassina sottolinea che il Pd «ha sempre detto di essere per il sì» e rileva che «il documento proposto dalla Fiat ha dei punti da rivedere, ma è chiaro che l'investimento di Pomigliano ha valore strategico a cui non è possibile rinunciare». Enrico Letta fissa dei paletti: «quell'accordo - precisa - è un unicum. Non può essere ripetibile, come se fosse un modello. È legato a caratteristiche specifiche di quello stabilimento, come l'abuso in passato di certi diritti». «È un ricatto mafioso», sentenzia invece il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, per il quale l'accordo darà luogo «non a un referendum, ma a un plebiscito: perchè la gente non è libera». «Domani ci sarà una farsa - aggiunge Maurizio Zipponi, responsabile Lavoro e welfare dell'Idv - perchè il quesito con cui dovranno confrontarsi i lavoratori è: vuoi essere licenziato subito o preferisci rinunciare ad alcuni tuoi diritti a partire da quello di sciopero?». Ne è convinto anche l'eurodeputato Idv Luigi De Magistris: «l'accordo rischia di essere una palestra di preparazione per future intese altrettanto pericolose e reazionarie, distruttive del Cnl e dello Statuto dei lavoratori». Per l'Udc, non è rilevante parlare di referendum: perchè, dice Pier Ferdinando Casini, «Pomigliano è una grande questione nazionale». Il leader centrista non è tenero con la Fiom: «certi parassitismi, certe impostazioni sindacali sessantottine non devono trovar spazio. Altrimenti, sarebbe la morte dell'impresa italiana».