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Botta e risposta tra i soci privati di Acea

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Ifrancesi di Gdf Suez non sono rimasti alla finestra. Mentre Francesco Gaetano Caltagirone martedì scorso aumentava la sua presenza nell'utility capitolina sfiorando il 13% del capitale sociale i francesi avevano già alzato la loro partecipazione in Acea, a fine maggio, al 10,34% dal 10%. Questo è quanto si ricava, secondo l'agenzia Reuters, dall'avviso di Borsa comunicato dalla società francese il 15 giugno e che fa riferimento alle operazioni di acquisto fino al 26 maggio. In totale, tramite la controllata Suez Environnement sas, il gruppo francese ha acquistato circa 510 mila azioni per un controvalore complessivo di 3,86 milioni di euro. Insomma Parigi continua a rafforzarsi nella società nonostante le frizioni che i francesi hanno con il Campidoglio (azionista di maggioranza con il 51% del capitale) nella società di Piazzale Ostiense dopo il cambio alla guida della giunta tra Veltroni e Alemanno. Un cambio che ha di fatto annullato i vecchi accordi che prevedevano una maggiore partecipazione dei francesi nelle società di produzione e commercializzazione legate alla holding Acea. Un piano rimesso in discussione dalla giunta Alemanno e accantonato. Con il conseguente strascico di polemiche e soprattutto legale. La controversia tra italiani e transalpini è stata rimessa a un arbitrato internazionale. Ed è su questo punto che ieri il presidente di Acea, Giancarlo Cremonesi, a margine della conferenza nazionale della Confservizi tenuta ieri a Roma ha detto: «Ancora una volta ci auguriamo che entro l'estate si possa raggiungere un accordo con piena soddisfazione di tutti i soci ma forse i dettagli saranno meglio definiti in autunno». «Se entro l'estate si raggiungerà un accordo di massima - ha proseguito Cremonesi - questo darà ulteriore slancio alla società». In tutto questo è da tener presente la possibilità che i due soci privati stiano rafforzando entrambi la loro posizione in Acea per prepararsi a fronteggiare la discesa del Comune dall'attuale 51% nella società al 30%. Una diminuzione imposta dall'Europa che potrebbe spingere i due soci a coalizzarsi per aumentare l'efficienza dell'azienda che ha sempre risentito della forte influenza della politica. Solo per ipotesi per ora. Ma nel frattempo è meglio prendere posizione. E acquistare.

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