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Antitrust in pressing sul governo

Antonio Catricalà

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Il ministro dell'economia Tremonti l'aveva proposta, Antonio Catricalà ieri la ha promossa. La legge per rendere più semplice la vita agli imprenditori, secondo il presidente dell'Antitrust, serve. Anzi, è urgente, perché è un sostegno fondamentale alla ripresa economica. Il numero uno dell'Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha dedicato una parte importante della sua relazione alla proposta del governo di introdurre norme per liberalizzare l'attività di impresa. E ha detto sì all'ipotesi di modifica dell'articolo 41 della Costituzione: quello che recita che l'iniziativa economica può essere indirizzata dalla legge verso obiettivi sociali. Non solo. Ha aggiunto di condividere la necessità dell'esecutivo di «anticiparne gli effetti con legge ordinaria, che garantisca a chiunque il diritto di intraprendere senza oneri burocratici». Perché, ha sottolineato, è urgente «consentire alle nuove imprese e a quelle già esistenti di crescere e produrre ricchezza». Un via libera sostanziale al disegno di legge sulla concorrenza, che doveva essere pronto già alla fine di maggio. E che sarebbe più semplice da approvare rispetto ad una riforma costituzionale. Catricalà quindi ha detto di accogliere «con favore» la volontà «liberalizzatrice» del governo perché, ha sottolineato, sono molti i settori in cui il mercato non funziona ancora bene. Uno è il settore bancario, nel quale la concorrenza è frenata dall'«intensità degli intrecci azionari e personali» tra gli istituti. L'altro è il settore dei trasporti: sia le ferrovie che, soprattutto a livello locale, sono ancora dominate dalle aziende monopoliste, sia aeroporti e autostrade, in cui le lunghe concessioni lunghe impediscono a nuovi imprenditori di fare una vera concorrenza. Ma il presidente dell'Antitrust ha meso in guardia il governo anche sulla sanità pubblica, che rischia di diventare «l'albero della cuccagna» delle aziende farmaceutiche. La spesa, ha detto, va razionalizzata attraverso centrali di acquisto dei farmaci. Solo così si possono evitare «contesti collusivi» che fanno pagare alla collettività il conto di spese sanitarie troppo elevate. E ha detto che serve uno statuto delle imprese che tuteli soprattutto i piccoli imprenditori dalle prassi illecite della pubblica amministrazione come i ritardi nei pagamenti. Alla relazione annuale dell'Autorità è intervenuto anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. E anche lui ha promoso il disegno di legge del governo. «Fondamentale consolidare e rilanciare i processi di liberalizzazione», ha detto Fini. E ha aggiunto: «Bisogna sfrondare la foresta pietrificata di privilegi che continuano a gravare sulla nostra economia».

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