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L'Ue chiede il conto alle banche

Sede Bce

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L'Europa chiede a chi ha scatenato la crisi finanziaria, poi degenerata in recessione economica, di pagare il conto della crisi. Così ieri a Bruxelles i leader della Ue hanno deciso di istituire una tassa ad hoc sul credito. Non c'è ancora un progetto preciso perché i governi avranno tempo fino ad ottobre per approfondire i dettagli. L'impegno sembra comunque serio perché la proposta sarà portata al tavolo del G20 della prossima settimana, insieme a quella di «esplorare» la possibilità di una tassa globale sulle transazioni finanziarie. A spingere in questa direzione è stata soprattutto la cancelliera tedesca Angela Merkel, che già al suo arrivo al vertice di Bruxelles non aveva usato mezzi termini: «Bisogna tassare chi ha messo a rischio i mercati».   Una posizione appoggiata in pieno dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, meno dal governo italiano, che non avendo dovuto dare particolari aiuti al settore bancario avrebbe maggiori difficoltà di altri Paesi nel tassare i propri istituti di credito. Il vertice, comunque, ha deciso che sarà ogni Stato a valutare i criteri del prelievo. Intanto - sull'onda della decisione già presa in Spagna - i leader della Ue, per ridare credibilità al sistema, hanno concordato la pubblicazione dei risultati degli stress test che in tutta Europa le autorità di vigilanza stanno compiendo sui 26 grandi gruppi bancari per testarne la solidità e la resistenza agli choc finanziari. L'impegno preso nelle conclusioni del vertice è quello di rendere noti tutti i dati «al massimo nella seconda metà di luglio». Chiesto alla Commissione Ue anche di accelerare sul fronte della riforma del sistema finanziario, mettendo presto in campo «misure adeguate» sulle vendite allo scoperto e i credit default swap.

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