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Cgil a Pomigliano: firma impossibile

Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini

Schifani: "Non si deve chiudere"

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La Fiom tiene duro sulla proposta di Marchionne per aumentare la produzione e assicurare la salvezza allo stabilimento Fiat di Pomigliano. «Così com'è non possiamo firmare l'accordo» ha spiegato ieri il segretario generale Fiom Maurizio Landini che lancia la sua controproposta alla Fiat per il futuro di Pomigliano: «Applichi il contratto nazionale che consente di lavorare con 18 turni di lavoro settimanale e 40 ore di straordinario in più». Non si firma insomma perché per la Cgil «il lavoro e l'occupazione sono il primo punto di responsabilità» per un giudizio sul futuro di Pomigliano. Lo afferma la segreteria dell'organizzazione, che dice «sì alla difesa dell'occupazione e alla necessità di rendere pienamente produttivo il futuro investimento». La Cgil sottolinea il rischio che «la proposta di accordo possa violare leggi e costituzione». Per la Cgil, comunque, «tocca alla categoria dei metalmeccanici promuovere la discussione, innanzitutto coinvolgendo gli iscritti». In campo è sceso anche il ministro del welfare Sacconi che in una nota ha detto: «Faccio appello ai vertici confederali della Cgil affinché una valutazione più generale induca la stessa categoria ad accettare, pur con le riserve manifestate, un'intesa utile a salvaguardare il futuro di Pomigliano d'Arco e con esso quello della Fiat in Italia. Mi auguro peraltro che la stessa azienda voglia considerare il clima di larga condivisione che si è già prodotto in azienda come nel territorio circostante come nell'intero Paese sull'ipotesi di accordo».

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