Arriva il piano Tremonti sulla libertà d'impresa
SANTA MARGHERITA LIGURE - Il piano per la libertà di impresa potrebbe essere presentato nel prossimo Consiglio dei ministri. Ad annunciarlo è il ministro dell'Economia Giulio Tremonti che, davanti alla platea dei giovani di Confindustria nel tradizionale appuntamento a Santa Margherita Ligure, ha indicato le tappe post-manovra. Al mondo industriale che pur approvando il pacchetto di misure anticrisi lamenta l'assenza di interventi per lo sviluppo, Tremonti ha confermato che l'azione del governo non si ferma alla correzione dei conti ma intende affrontare proprio quei nodi che ostacolano la crescita. Il prossimo passo sarà lo sfoltimento dell'eccesso normativo che grava sulle imprese. La deregulation e un piano per la libertà d'impresa saranno al centro della prossima riunione di governo. Tremonti spiega che occorre intervenire sugli articoli 41 e 118 della Costituzione aggiungendo come elementi caratterizzanti della libertà d'impresa la responsabilità, l'autocertificazione, l'indicazione di inizio attività e il principio di buona fede. A chi obietta che il percorso di una legge costituzionale è troppo lungo, il ministro replica che «si può fare anche un primo passo con una legge ordinaria e poi blindarla con una legge costituzionale». Davanti a una platea che gli regala più di un applauso, Tremonti ha sottolineato che la priorità è la «rimozione dellìeccesso di regole che sono come una roccia davanti al motore dell'economia». La situazione attuale è di «un tasso di libertà economica molto basso» e se, avverte, «i sussidi sono difficili da ottenere almeno ci sia libertà economica». Il ministro giunge a paragonare la giungla di norme alla condizione medievale quando c'erano ostacoli di tutti i generi, gabelle e dazi su ogni attività. Il risultato è «la paralisi con una serie di veti e di blocchi» e l'ostacolo a qualsiasi forma di iniziativa. Chiama in causa, a questo proposito, non i ragazzi di Google nè l'inventore di Internet ma uno scienziato della nostra storia, Guglielmo Marconi. Se fosse vissuto nel nostro tempo, commenta con ironia Tremonti, non avrebbe potuto fare nulla perché sarebbe stato processato per infrazione a una serie di codici, da quello della navigazione, al codice postale, a quello ambientale. Il ministro dell'Economia, poi, per dare un'idea della mole di norme che ingabbiano l'attività imprenditoriale, ha rivelato che l'incremento delle regole è pari a 4 chilometri l'anno. Tremonti è anche tornato a difendere la manovra economica: «Non ci può essere stabilità senza crescita e crescita senza stabilità ma la stabilità era la condizione dell'esistenza dell'eurozona». La crisi secondo il ministro deve essere l'occasione per disegnare una governance europea dell'economia («non è ammissibile che l'Europa produca più debito che ricchezza, più deficit che pil») e per ridefinire lo scenario del welfare. Il che non significa cancellare certe reti di protezione ma «adattarle a una situazione diversa». Ma è emerso anche un altro fattore sul quale Tremonti ha chiamato i giovani a riflettere, cioè che la sfiducia è più pericolosa della speculazione. E per recuperare fiducia occorre un'azione economica comune tra i Paesi europei. Sempre a livello europeo va rivisto il patto di stabilità per adeguarlo alle mutate condizioni. Quanto al dibattito su un'altra riforma previdenziale in Italia, Tremonti è lapidario: «Abbiamo il sistema pensionistico più stabile d'Europa, chi critica si trovi un altro tema da salotto». Non è mancata una battuta ironica in merito al balletto di illazioni sulla discesa in politica di Montezemolo. Aprendo l'intervento Tremonti ha detto: «Vi dò una notizia, io non scendo in campo».