Borse mondiali giù, l'Euro precipita

Oggi il dato più atteso della settimana, proprio quello sull'occupazione in America ha riservato delusioni. Sebbene a maggio le creazioni di nuovi posti siano state cospicue, 431mila, si sono rivelate inferiori alle attese degli analisti, che in media ne prevedevano più di mezzo milione tenuto conto di massicce assunzioni temporanee per un censimento pubblico. DOCCIA FREDDA PER WALL STREET - Nel solo settore privato il tasso di creazione di posti ha rallentato ai minimi da inizio anno. Una doccia fredda per Wall Street, che in precedenza attendeva i dati con alcuni ottimismi, ma poi è scattata in netto calo fin dall'avvio. A metà pomeriggio a Milano il Footsie-Mib cede il 3,39 per cento. Di nuovo in calo anche l'euro, fin sotto quota 1,21 dollari oggi, per la prima volta dall'aprile del 2006. Se negli Usa il quadro del lavoro non fa ben sperare sui consumi della famiglie, che rappresentano il 70 per cento dell'economia, dinamiche analoghe toccano l'area euro.   EUROPA - Oggi Eurostat ha confermato che sul primo trimestre il Pil ha segnato un limitato più 0,2 per cento, proprio zavorrato dalla debolezza dei consumi. E ieri i dati sulle spese delle famiglie di aprile avevano evidenziato un meno 1,2 per cento. Il tutto in un quadro che di fondo resta allarmato dalle derive dei conti pubblici, e dai possibili effetti depressivi sulla crescita delle manovre correttive che i paesi europei si stanno affrettando a lanciare, dopo la crisi in Grecia. A metà pomeriggio Londra cede l'1,43 per cento, Parigi il 2,74 per cento, Francoforte l'1,39 per cento. A Wall Street il Dow Jones cala dell'1,69 per cento, il Nasdaq dell'1,39 per cento. Nel frattempo a Busan, in Corea del Sud, si ritrovano ministri finanziari e banchieri centrali del G20, con un vertice per fare il punto della situazione in vista dell'incontro dei capi di Stato e di governo di fine giugno a Toronto, in Canada.  "Il consolidamento dei bilanci è la priorità numero uno", ha affermato il ministro dell'Economia della Francia, Christine Lagarde. "Alcune voci, più minoritarie insistevano sulla necessità di sostenere la crescita". E secondo la Lagarde i paesi partner si sono mostrati "piuttosto rassicurati" dalle misure anti crisi approntate nelle scorse settimane dall'Unione europea, in risposta alle tensioni dei mercati.