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L'Italia ingrana la marcia

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FrancescoAlfani L'Italia torna a crescere nel primo trimestre dell'anno. Dopo una contrazione dello 0,1% negli ultimi tre mesi del 2009, il Pil italiano tra gennaio e marzo ha infatti segnato un rialzo dello 0,5%, secondo i dati diffusi ieri a Parigi dall'Ocse. Nell'intera area la crescita economica è stata dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, registrando un'espansione per il quarto trimestre consecutivo. L'andamento del Pil italiano è leggermente inferiore a quello dei Paesi del G7, che si è attestato su una crescita dello 0,7%. Ma è andato comunque molto meglio del resto dell'Europa: il +0,5% è risultato superiore sia alla media Ue (+0,2%) che all'area Euro (+0,2%). L'Italia è cresciuta anche rispetto all'anno scorso: +0,6%, in deciso miglioramento dopo il calo del 2,8% dell'ultimo scorcio del 2009. Sempre su base annua il Pil nei paesi Ocse ha visto un rialzo del 2,5%. A trainare la ripresa nell'area Ocse nel primo trimestre del 2010 sono il Giappone (+1,2%) e gli Stati Uniti (+0,8%) mentre, spiega l'Organizzazione parigina, l'espansione dell'economia nell'eurozona e nell'Unione europea resta debole alla luce del rallentamento del tasso di crescita registrato in alcuni paesi europei. In Francia la crescita è stata solo dello 0,1% rispetto allo 0,5% dell'ultimo trimestre 2009. Nel Regno Unito la contrazione è stata più contenuta (da +0,4% a +0,3%), mentre la Germania risulta stabile confermando un tasso di crescita dello 0,2%, lo stesso del trimestre precedente. Il rallentamento della crescita economica in Eurolandia arriva nel momento in cui il presidente della Banca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet, chiede ai Paesi dell'Eurozona maggiore rigore sui conti pubblici, invocando la creazione di una federazione delle politiche di bilancio. «Abbiamo avuto molti problemi negli ultimi dieci anni con alcuni governi sia riguardo alle responsabilità nazionali sia a quelle collegiali per scarsa sorveglianza», ha detto Trichet. «La sorveglianza multilaterale, attenta, che è fondamentale nella lettera e nello spirito del patto di stabilità e di crescita, è stata terribilmente ignorata. Questo periodo è ormai finito e ora ci aspettiamo dai governi il fermo rispetto del principio di disciplina di bilancio e una effettiva sorveglianza reciproca», ha sottolineato. Per il numero uno dell'Istituto centrale europeo è giunto dunque il momento di creare «l'equivalente di una federazione delle politiche di bilancio, in termini di controllo e di sorveglianza dell'applicazione delle politiche in materia di finanza pubblica».

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