Borse Ue a picco
Arriva un'altra spallata da parte degli speculatori ai mercati finanziari europei. L'incertezza sullo stato di salute delle finanze pubbliche europee ha motivato gli operatori a vendere. A far capitolare le buone intenzioni degli investitori ci si è messa anche una nuova fase di debolezza dell'euro. Risultato alla fine della seduta dal piatto sono mancati 113 miliardi di capitalizzazione. E gli indici sono tornati ai livelli di settembre 2009. L'indice paneuropeo Dj Stoxx 600 ha lasciato sul terreno il 2,48%. La peggiore piazza è stata quella milanese col Ftse Mib che ha perso oltre 3 punti percentuali (meno 3,4%). In deciso calo anche Madrid (-3,05%), Parigi (-2,9%) e Londra (-2,54%). A Milano hanno sofferto in particolare i bancari con Unicredit che ha perso il 7%. Sotto pressione anche Wall Street, nonostante dati macroeconomici migliori delle attese degli analisti, che ha scontato, oltre ai timori sull'Europa, anche il riaccendersi delle ostilità tra le due Coree, con la rottura delle relazioni diplomatiche tra Pyongyang e Seul. La tensione non ha risparmiato i titoli di stato, con il bund decennale tedesco al rendimento minimo dal 1989 (2,6%), mentre il differenziale degli analoghi titoli italiani è salito a 128 punti, quello spagnolo a 143 punti e quello greco a 514 punti. Una vera e propria miscela esplosiva, che secondo le sale operative ha alimentato una speculazione finanziaria basata sulle vendite allo scoperto. L'ennesimo gioco al ribasso su cui le Consob europee hanno acceso un faro, pronte a intervenire, se necessario, in maniera coordinata. Del resto, se il divieto lo fa un solo paese, come è accaduto la scorsa settimana in Germania, viene interpretato dai mercati come un gesto di debolezza e non come un sistema di difesa. Il cortocircuito che ha colpito ieri le borse si chiama comunque euro, la moneta unica europea giunta ai minimi degli ultimi 8 anni sullo yen e dei 4 anni sul dollaro, che ha spinto gli investitori monetari a dirottare i propri portafogli sulle altre divise di riferimento, mentre c'è chi scommette sulla parità con il biglietto verde. Dalla Spagna si è esteso poi l'allarme sulle banche, a seguito della decisione di sabato scorso della Banca Centrale iberica di assumere il controllo di Cajasur, che con altre 3 casse di risparmio spagnole ha siglato ieri un protocollo d'intesa per una fusione che potrebbe dare vita al terzo gruppo bancario e al quinto gruppo finanziario spagnolo. L'intervento dell'Europa a sostegno delle banche, ma il dibattito sull'eventuale sostegno agli stati è ancora aperto, rischierebbe poi di essere finanziato direttamente dagli istituti più sani, che, secondo una proposta che sarà presentata oggi dal commissario Ue ai servizi finanziari Michel Barnier in vista del G20 di Toronto di fine giugno, sarebbero chiamate a versare una tassa sugli utili di bilancio. La crisi dei mercati ha toccato anche le borse non europee. La chiusura è stasta pesante per le due principali Borse russe. L'indice Rts ha chiuso a 1.226,57 (-6,49%) e il Micex ha archiviato la giornata a 1.197,39 (-5,67%).