Ripresa lenta ma governo promosso
"Siamo a un tornante della storia, non siamo a una congiuntura economica". Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo al forum dell'Ocse a Parigi, sottolinea l'importanza del periodo economico il giorno dopo il varo della manovra finanziaria. "L'intensità dei fenomeni che vediamo è storica e sta modificando la predisposizione dell'esistenza, dell'economia e della politica". Per il ministro dell'Economia, le parole d'ordine per uscire dalla crisi sono "correttezza, trasparenza ed integrità. La strada italiana - dice ancora Tremonti - per la ripresa è quella europea. Non ci sono alternative". Ai giornalisti che gli chiedevano se fosse necessario cambiare stile di vita a causa della crisi il titolare dell'Economia ha risposto con una battuta: "Sì, meno internet e più cabernet". GOVERNO PROMOSSO - La recessione in Italia è finita "a metà del 2009" ma la ripresa sarà lenta. La diagnosi è dell'Ocse che nel suo Economic Outlook di primavera conferma per il nostro Paese le previsioni di crescita fatte in autunno, nonostante la revisione al rialzo effettuata per la media dell'area. In particolare, stima l'organizzazione di Parigi, il nostro Pil salirà dell'1,1% nel 2010 e dell'1,5% nel 2011. Insomma, un rimbalzo "limitato", destinato a rafforzarsi "di poco" l'anno prossimo. Una ripresa "debole, in linea con le performance registrate nel decennio precedente" la crisi. A risentirne sarà la disoccupazione che, calcola l'Ocse, si attesterà all'8,7% nel 2010 e salirà all'8,8% nel 2011. Promosso però il Governo la cui politica, si legge nel documento, ha consentito di mantenere sotto controllo l'andamento del deficit pubblico e quello del mercato del lavoro. L'OCSE RIVEDE AL RIALZO - L'istituto per quest'anno stima un più 2,7 per cento sul Pil complessivo dell'area dei suoi paesi, cui seguirà un più 2,8 per cento nel 2011. Sei mesi fa lo stesso ente prevedeva un più 1,9 per cento nel 2010 e un più 2,5 per cento nel 2011. "La crescita economica sta accelerando nell'area Ocse, con dinamiche divergenti tra le regioni. La forte crescita delle economie emergenti sta fornendo un significativo contributo. Tuttavia - rileva l'Ocse nel suo ultimo Economic Outlook - al momento i rischi a carico della ripresa globale potrebbero essere aumentati, considerata l'ampiezza dei flussi di capitali verso le maggiori economie emergenti e l'instabilità sui mercati dei titoli di Stato". Per gli Stati Uniti l'Ocse prevede un tasso di crescita economica al 3,2 per cento sia quest'anno che il prossimo. Più limitate le prospettive di espansione in Europa: il Pil dell'area euro segnerà un più 1,2 per cento quest'anno, secondo l'ente parigino, e un più 1,8 per cento nel 2011. L'ITALIA HA TENUTO GRAZIE AL RISPARMIO DELLE FAMIGLIE - L'Istat nel frattempo rileva che la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è nettamente superiore alla media europea, e ha consentito la tenuta dell'economia italiana nel corso della crisi. Nel Rapporto annuale 2009 si legge che nel periodo 2000-2008 "il debito delle famiglie e delle società non finanziarie in rapporto al Pil è di oltre trenta punti percentuali inferiore alla mediana dei principali paesi dell'Ue, ponendo l'Italia in una posizione di vantaggio rispetto agli altri paesi europei. La solida situazione finanziaria delle famiglie italiane, la cui ricchezza finanziaria netta è pari a circa il doppio del Pil, unitamente all'incidenza del loro debito (in rapporto alle attività finanziarie), più bassa rispetto a quella registrata negli altri paesi europei - sottolinea l'Istituto di statistica - hanno attutito i riflessi della crisi internazionale sull'economia del Paese e ne hanno consentito la tenuta". PREOCCUPANTE LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE - Ombre invece nell'occupazione. Nel 2009, per il secondo anno consecutivo, in Italia sono aumentati i disoccupati (15%, pari a 253 mila unità). Sono ora quasi due milioni e il trend, stando ai dati dei primi tre mesi del 2010, è in crescita. In particolare preoccupa il tasso di disoccupazione giovanile (25,4%) che è più del triplo di quello totale (7,8%) e più elevato di quello europeo (19,8"). La crescita della disoccupazione riguarda soprattutto il Nord (37%) e il Centro (18,9%), mentre è limitata nel Mezzogiorno (1,4%), "sebbene circa metà delle persone in cerca di occupazione risieda proprio nelle regioni meridionali". Proporzionalmente alle difficolta' di trovare un impiego, "aumenta il senso di scoraggiamento negli individui, che rinunciano del tutto a cercare lavoro. In particolare, aumenta la percentuale dei disoccupati di lunga durata che transitano verso l'inattività (dal 37 al 44%). Più dei disoccupati aumentano poi gli inattivi (le persone che hanno smesso di cercare un lavoro). Dopo la riduzione di 110 mila unità del 2008, nel 2009 sono aumentati di altre 329 mila unità.