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La Borsa fa di nuovo crac

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La crisi dei mercati

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Torna la paura in Borsa. Il piano europeo per salvare la Grecia non ha sortito gli effetti sperati. E così anche sulla scorta delle dichiarazioni dell'amministratore delegato di Deutsche Bank, Josef Ackermann, che aveva messo in dubbio la possibilità che Atene riesca a uscire dal tunnel che porta alla bancarotta, sulle borse europee si è scatenato il panico. Alla fine della giornata sono stati 166 i miliardi di euro bruciati. Con l'indice Stoxx 600 che ha ceduto il 3,41%. Il venerdì nero è partito proprio dalle banche, con la loro esposizione verso i paesi ad alto indebitamento, epicentro della crisi, a subire le perdite maggiori, mentre gli investitori in fuga dal rischio hanno chiuso le posizioni nei mercati azionari e sono corsi a comprare i bund tedeschi. La giornata è stata durissima per il listino Ibex di Madrid, -6,64% in chiusura dopo perdite di oltre il 7% in una seduta iniziata malissimo dopo i dati sull'inflazione spagnola, che hanno mostrato il primo calo dell'indice core (al netto di alimentari freschi ed energia) dal 1986 facendo ipotizzare al Financial Times che la Spagna si trovi sull'orlo di una deflazione. Proprio il premier spagnolo Jose Luis Zapatero - come ha riferito El Pais - avrebbe raccontato un retroscena sugli incontri che lo scorso weekend hanno sbloccato il piano salva-euro da 750 miliardi varato dai leader europei: Nicolas Sarkozy avrebbe minacciato l'uscita dall'euro per convincere la Germania a firmare. Un mix micidiale per le borse europee, il cui rimbalzo dopo il crollo della scorsa settimana era fragile e incerto, fra i commenti scettici degli analisti sulla tenuta dei conti greci e dichiarazioni non proprio rassicuranti da parte dei leader europei. Come Angela Merkel, che ha parlato di una situazione «molto, molto grave», contribuendo a mandare a picco l'euro sotto gli 1,24 dollari mentre la borsa di Francoforte cedeva oltre il 3% e Milano il 5%. Sui mercati è di nuovo corsa al rifugio sicuro dell'oro, oltre che del dollaro, con il metallo prezioso volato a nuovi record, mentre i timori per le prospettive di ripresa, ormai allargati su scala globale, hanno mandato a fondo il petrolio, sotto i 72 dollari al barile. È la sfiducia a tenere otto scacco euro e borse, tanto che il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha prefigurato una sorta di «polizia dell'euro» che veda tutti i Paesi di Eurolandia impegnati nel ruolo di sorveglianza per prevenire crisi finanziarie come quella innescata dal caso Grecia. Berlino si è vista costretta a prendere le distanze da Ackermann assicurando che la Germania non ha mai messo in dubbio la solvibilità della Grecia e la sua «determinazione a mettere in atto il programma di risanamento e risolvere i suoi problemi». Ma è servito a poco: l'euro ha continuato a inabissarsi e Ubs ha peggiorato le sue stime prevedendo una discesa dell'euro-dollaro verso la parità con un primo step a 1,15 entro dicembre per poi calare a 1,10 a fine 2011.  

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