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Nel mirino evasori e falsi invalidi

Il ministro Giulio Tremonti

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Non parla di statali. E nemmeno di pensioni. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sgombra il campo, almeno per ora, dalle ipotesi di taglio dei rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici e di rinvio delle uscite dal lavoro con il blocco delle finestre già previste. Al contrario lancia da Bruxelles segnali non proprio pacifici a quelli che veramente sono nel suo mirino: falsi invalidi ed evasori. Non manca la ciliegina sulla torta. «Non metteremo le mani in tasca agli italiani» spiega il reponsabile del dicastero dell'Economia. Insomma «non sarà solo una manovra correttiva, ma una manovra etica», con una riduzione della spesa pubblica improduttiva e senza colpire i più deboli. Dunque, «nessun aumento delle tasse» e «nessun stravolgimento del sistema pensionistico». A preoccuparsi - a detta del ministro dell'Economia - dovranno piuttosto essere «falsi invalidi ed evasori fiscali». Ma anche i parlamentari, visto che l'ipotizzato taglio del 5% degli stipendi di deputati e senatori per Tremonti «sarà solo un aperitivo». Vista la scelta della capitale europea per fare le prime anticipazioni sulle misure anti-deficit allo studio del Tesoro, Tremonti - nel corso della conferenza stampa seguita alla riunione dell'Ecofin - chiarisce subito un punto: «L'Italia ha già ricevuto nel dicembre scorso indicazioni dalla Ue per la correzione dei propri conti e noi intendiamo rispettare quegli impegni e quei numeri. Non ci è stato chiesto nient'altro». Così come invece è stato chiesto a Spagna e Portogallo. La manovra, che il governo intende varare «prima di luglio» e che oggi lo stesso titolare di via XX Settembre illustrerà nelle sue grandi linee al premier Silvio Berlusconi (che ha posto un solo paletto: nessun aumento delle tasse) prevedrà dunque una correzione del deficit dello 0,8% sia nel 2011 che nel 2012, come previsto, per un ammontare complessivo di circa 26 miliardi di euro. «Ridurremo il peso della mano pubblica lì dove e meno produttiva e dove non ha effetti recessivi», ha spiegato Tremonti, sottolineando come sul fronte della spesa corrente «c'è una vasta area di spesa improduttiva» con un «uso non appropriato del denaro pubblico». Il ministro cita due esempi. «C'è la spesa per l'invalidità che dal 2001 ad oggi, col Titolo quinto che ha dato alle Regioni poteri di spesa ma non di presa, è salita da 6 miliardi di euro a 16 miliardi di euro, un punto di Pil. E poi - prosegue - esistono trasferimenti dal ministero degli Interni ad una platea di Comuni che ammontano a 15 miliardi di euro ogni anno. I margini di intervento sono dunque enormi». Capitolo pensioni. Tremonti parla di «informazioni confuse» a proposito di alcune indiscrezioni giornalistiche circolate sulla manovra. Tra queste c'è anche quella su una possibile stretta sulle finestre per la pensione di anzianità a partire dal 2011. Il ministro non si sbilancia, e rispondendo ai giornalisti spiega: «In Italia abbiamo il sistema previdenziale più stabile d'Europa. E se mi chiedete se stiamo stravolgendo il sistema pensionistico vi dico di no, perché il sistema funziona». Umberto Bossi «pensa che la manovra sarà dura». Il leader del Carroccio si augura comunque che non vi siano aumenti di tasse: «Speriamo di no, le tasse sono già molto alte nel Paese».

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