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Tremonti lancia l'allarme: rischio stabilità per l'euro

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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"La situazione della Grecia è molto seria, ma la reazione della sola Atene non è sufficiente: la reazione o è europea o non è". Mentre tra i Paesi dell'eurozona serpeggia la tentazione di mettere la Grecia in quarantena, abbandonandola al suo destino, proprio come si fa con un malato infetto per evitare il contagio, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ribadisce invece che l'unica via d'uscita è quella di un sostegno compatto di tutta l'Europa ad Atene. Parlando alla Camera per una informativa urgente sulla crisi economico-finanziaria della Grecia e sulle possibili ripercussioni sulla stabilità dell'euro, Tremonti ha anche sottolineato che «nessuno è immune dai rischi perché passeggero con biglietto di prima classe» e che «l'estensione della crisi è sistemica e la soluzione può essere solo comune e politica». Le parole del ministro sono cadute in un'Aula semideserta, il segnale di una disattenzione bipartisan se non di una grave insensibilità per il grave momento economico. Il ministro ha parlato di «squilibri finanziari accumulati nel tempo per colpevole convenienza che sono stati amplificati dalla speculazione minacciando la stabilità tanto del Paese quanto dell'intera area euro» e ha sottolineato che quanto è successo «era prevedibile e anche previsto». Poi con una critica tra le righe alla Germania, ha detto che «c'è stato un certo ritardo, nei tempi di reazione della politica, che sono asimmetrici rispetto a quelli dei mercati». Sul ritardo, ha aggiunto il ministro, «è stato giustamente detto dal presidente dell'Eurogruppo che è sbagliato guardare con occhio nazionale alle cose europee, invece di guardare alle cose nazionali con occhio europeo». Elogio al governo ellenico che ha mostrato una «eccezionale determinazione e capacità di leadership». E sottolinea che «il programma greco è adeguato e credibile». Eppure la crisi anche se drammatica può rivelarsi «costruttiva per l'Europa» e indurre a «prendere tutte le misure necessarie affinchè non si ripeta». Poi Tremonti ha parlato dell'impegno italiano pari al 18,4% del totale europeo, «corrispondente alla nostra quota di partecipazione al capitale della Banca centrale europea, pari inizialmente a circa 5,5 miliardi». Il decreto sugli aiuti che sarà approvato oggi dal Consiglio dei ministri «consente di intervenire in modo flessibile con emissioni a medio-lungo termine e anticipazioni di tesoreria». Tremonti ha spiegato che «trattandosi di un prestito, l'intervento non avrà effetti sul deficit ma sul debito». Di questo effetto «si terrà conto nettizzandolo nel quadro del patto di stabilità. Si avrà un differenziale positivo per l'Italia, tra il tasso applicato alla Grecia e il nostro costo della raccolta». I rimborsi in quota capitale da parte della Grecia sono destinati al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato mentre gli interessi all'entrata dello Stato. Il ministro dopo l'intervento in Aula si è intrattenuto con alcuni deputati del Pdl in Transatlantico e li ha tranquillizzati sull'impatto della crisi per l'Italia. «Siamo in parete» ha detto ma ha anche sottolineato che «i conti pubblici sono sotto controllo e la situazione italiana è migliore di quella degli altri Paesi». L'Italia è «vaccinata» da un possibile rischio contagio. «Mantenendo la barra dritta, e proseguendo nella strada intrapresa, noi ci poniamo in maniera diversa rispetto ad altri paesi. Bisogna proseguire sul percorso avviato, in questo modo non ci saranno rischi per l'Italia». Ed è quanto viene ci viene riconosciuto anche all'estero. «Quello che stiamo facendo ha ricevuto molti apprezzamenti». Il che non vuol dire che si può abbassare la guardia giacchè «nessuno è immune da rischi». Tremonti poi guarda al vertice tra i capi di Stato che si terrà oggi a Bruxelles e augura che «possa dire che non basta dare una risposta a questa crisi. Dobbiamo sapere andare più lontano».

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