L'economia riparte con la fiducia non con il rating
Dopola recessione ricomincia la produzione, con la fiducia l'economia riparte. Il momento è contraddittorio e quando pare che la crisi sia superata arriva una nuova turbolenza. Il default della Grecia potrà, forse, essere evitato grazie alla Europa che permetterà al paese ellenico di far fronte al pagamento dei bond. Viene chiesta una drastica cura da cavallo. Il popolo dovrà stringere la cinghia. Sono iniziate violente le proteste di piazza. Nel golfo del Messico è arrivata una imponente chiazza di petrolio fuoriuscita da una piattaforma affondata. Danni ecologici ingenti con disastri ambientali che trasformeranno in landa un paradiso terrestre. Incalcolabili conseguenze alla economia della zona che dal turismo e dalle risorse naturali trae la ragione di vita. Dopo la Grecia si teme per Portogallo, Spagna e Irlanda, paesi nei quali si evidenziano preoccupanti criticità. Di contro arrivano segnali positivi da Stati Uniti, Francia e Germania che si dovrebbero presto rimettere a correre, così come stanno facendo da tempo Cina e India. L'Italia è in una situazione migliore rispetto ad altri paesi, con un però. Il nostro è il paese delle PMI che hanno evitato il tracollo economico. Il varo di Basilea 3 rischia di essere come la marea nera e di compromettere l'equilibrio del nostro sistema che si è retto più sulla intraprendenza personale che sui capitali. L'abbiamo già scritto. Il ritorno alle relazioni personali sul territorio consentirà il rilancio. La tendenza è in atto per non ripetere gli errori del passato. Ma la domanda è lecita. Cosa sarà dell'Italia se l'intraprendere sarà ingabbiato in schemi matematici, con la dittatura del rating?