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Grecia, vertice a Bruxelles: Ue divisa Londra dice no al "fondo salva stati"

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Da sinistra Barroso e Berlusconi insieme ad altri leader Ue

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Londra non parteciperà al fondo "salva stati", secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche a Bruxelles. Secondo le fonti, la Gran Bretagna non intende partecipare con le proprie garanzie al fondo d'urgenza previsto per aiutare i paesi che si trovassero sotto i colpi della speculazione dei mercati. Lo strumento è in discussione a Bruxelles, in Commissione europea - che sta definendo i dettagli della proposta - e poi in Ecofin, tra i ministri delle finanze della Ue. La posizione della Gran Bretagna - che non fa parte della zona dell'euro - anche se confermata non dovrebbe ostacolare il meccanismo di prestiti garantiti. Per la decisione non è richiesta l'unanimità, ma solo la maggioranza qualificata. A quanto si è appreso, al vertice dell'Eurogruppo di venerdì scorso, il presidente francese Nicolas Sarkozy ed altri leader hanno sottolineato la necessità di andare avanti comunque, anche senza avere il sì di tutti e 27 gli Stati membri. DARLING - "Voglio essere chiaro, la proposta di creare un fondo per la stabilità dell'euro è una faccenda che riguarda i paesi dell'Eurogruppo". Lo ha detto il cancelliere dello scacchiere Allistair Darling a Sky News a Bruxelles, prima di entrare in riunione. "Quello che non faremo e non potremo è dare sostegno all'euro. La responsabilità di sostenere l'euro deve essere in capo ai membri dell'eurogruppo". "Abbiamo bisogno di dimostrare ancora oggi, agendo insieme, che possiamo stabilizzare la situazione: noi non vogliamo mettere a repentaglio la ripresa che sta prendendo avvio anche se lentamente", ha detto Darling,parlando a Bruxelles. "Noi faremo la nostra parte in questo", ha assicurato. "Ma se si tratta di sostenere l'euro, ovviamente questo è un compito dei paesi della zona dell'euro", ha precisato il cancelliere dello scacchiere, confermando così la contrarietà della Gran Bretagna ad un fondo "salva statI" a 27. IPOTESI FONDO EUROZONA - Il rifiuto della Gran Bretagna a concedere le proprie garanzie al fondo "salva Stati" potrebbe spingere verso l'ipotesi di limitare il meccanismo di prestiti garantiti ai soli 16 paesi della zona dell'euro.  Se avere un fondo a 27 o a 16 "è una questione ancora in discussione", sottolineano fonti a Bruxelles, poco prima dell'avvio della riunione dell'Ecofin. Il rifiuto di Londra riguarderebbe la disponibilità ad apportare al fondo le proprie garanzie, ma non la creazione del fondo tout court. Secondo la proposta in discussione, le garanzie dovrebbero ammontare a circa 60 miliardi di euro: una cifra in grado di mobilitare sui mercati prestiti per almeno dieci volte tanto. L'obiettivo politico è di avere sulla proposta il massimo consenso, anche se la decisione può essere presa a maggioranza qualificata. ECOFIN - E' cominciata a Bruxelles la riunione dell'Ecofin. nella riunione straordinaria, convocata sull'onda della crisi greca, i 27 ministri dell'Economia e delle Finanze dell'Unione europea dovranno definire nel dettaglio un meccanismo finanziario che permetta di ridare stabilità alla zona dell'euro e proteggere la moneta unica. Il negoziato si preannuncia difficile considerato che la Gran Bretagna ha già espresso le sue perplessità a partecipare a un'ipotetico fondo comunitario d'emergenza per soccorrere i Paesi della zona euro in difficoltà.

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