Lo shopping dei soci fa correre Acea
Aceacresce in Borsa dopo che i principali soci industriali, Caltagirone e i francesi di Suez Gaz de France, hanno aumentato chi prima e chi dopo l'assemblea, il loro peso nell'utility. Così in una giornata sotto tono Acea a Piazza Affari ha fatto il cosiddetto rally. Il titolo dell'utility romana, controllata con il 51% dal Campidoglio, dopo aver guadagnato a metà mattina il 4,27% a 7,7 euro, ha chiuso con un progresso invidiabile, pari al 3,99%. Speculazione a parte che ha fiutato l'affare a spingere il titolo, che nell'ultimo mese ha avviato un parziale recupero dopo un anno difficile, è la sfida che si profila fra la famiglia Caltagirone e il colosso francese. Nel giorno dell'assemblea, il socio transalpino ha annunciato di aver arrotondato la propria quota, che era del 9,98%, a poco oltre il 10% (il 10,024%). Un segnale simbolico, dopo che Francesco Gaetano Caltagirone aveva sfondato quota 10 arrivando al 10,34%. In un'intervista al Corriere della Sera, Aldo Chiarini, dg di Gdf-Suez Energia Italia e neoconsigliere di Acea dopo l'assemblea ha spiegato che il gruppo francese «affronterebbe un arbitrato con serenità e tranquillità» e che la salita oltre il 10% è spiegata dalla convinzione «che si possa fare una buona politica industriale». La contrapposizione tra privati italiani e francesi è comunque acclarata. E agli analisti non è sfuggito il filo rosso che lega la vittoria di Caltagirone nella partita Generali (a Trieste l'imprenditore delle costruzioni ha ottenuto quasi a sorpresa la vicepresidenza) che ha indebolito l'asse francese capeggiato dall'ex presidente Antoine Bernheim con la risalita in potenza dei francesi nella società romana. La tempistica fornisce solo indizi. Ma una cosa sembra certa. La direzione che il dossier della presenza dei transalpini ha preso non è quella che si stava tracciando fino a qualche tempo fa. I francesi non hanno alcuna intenzione di lasciare così facilmente la piazza romana. Tutte le ipotesi restano sul piatto. La più accreditata per ora resta quella della crescita di Caltagirone per supportare l'italianità della società energetica a fianco del Comune di Roma. I colloqui diplomatici per cercare un'intesa non si fermano.