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Il destino di Stati e aziende in mano a tre giudici

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Sonole società di rating quelle che con la combinazione di tre al massimo quattro lettere dell'alfabeto (da A a D) sono in grado di piegare la forza finanziaria di uno stato o di una società multinazionale. Già il loro lavoro consiste nel valutare quanto un soggetto possa definirsi “rischioso” e qual è la sua affidabilità finanziaria cioè la capacità di ripagare un debito contratto. Le principali agenzie sono tre, tutte americane, e con sedi sparse per il mondo: Moody's, Standard& Poor's e Fitch. Per emettere il loro parere si basano sulle informazioni dei bilanci, sulle certificazioni dei revisori e su notizie cosiddette confidential cioè reperite con canali non ufficiali. Il loro giudizio vale come una sentenza. Ma oggi, dopo le crisi finanziarie generata dal crac Lehman e il possibile default greco, molti, anche una delle principali istituzioni finanziarie mondiali come il Fmi, ne mette in dubbio efficacia e imparzialità. Le società di rating non sono pagate dagli investitori ma da chi vuole emettere un'obbligazione o attingere a qualsiasi altra forma di credito. Senza un buon "voto" delle agenzie è praticamente impossibile raccogliere denaro sul mercato. Il fatto che il loro giudizio sia pagato da coloro che devono essere giudicati espone le agenzie a un conflitto di interessi. Basti pensare che le obbligazioni Lehman qualche giorno prima del crollo erano targate ancora con un tripla A, uno degli indici più elevati che possono essere dati. Insomma anche loro possono errare. Solo che una loro defaillance può mettere a repentaglio i risparmi di milioni di persone. E qualcuno non ci sta più. Fil.Cal.

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