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Bonanni: i soldi si trovano tagliando la spesa

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Ifondi si trovano, eccome. Perché come si trovano per pagare gli enti inutili, la pluralità di istituzioni e le clientele varie che l'ingerenza della politica mette ovunque, allora si devono trovare anche per i contratti». Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, non intende indietreggiare di un passo. «Statali e pensionati non possono essere il bancomat del governo per i momenti di crisi». Alla vigilia di ogni stagione contrattuale il sindacato alza il tiro ma questa volta la coperta è davvero stretta. Come la mettete? «Bisogna legare gli aumenti alla produttività, ecco come se ne esce». Sembra di sentir parlare la Confindustria... «Con Emma Marcegaglia siamo perfettamente d'accordo su questo punto. I soldi si trovano tagliando la spesa improduttiva. La politica deve cominciare a fare un passo indietro dalla pubblica amministrazione. Faccio un esempio. Ogni dieci dipendenti abbiamo un dirigente. Io dico che è arrivato il momento di fare chiarezza perché il proliferare della dirigenza è il segno della diffusione del clientelismo. La politica ha invaso ogni campo ed è ora che faccia un passo indietro restituendo al management il potere della gestione e conservando quello del controllo». Vuol dire che porrete in sede contrattuale il tema di una riorganizzazione della macchina statale? «Proprio così. È troppo comodo mantenere questo sistema di sperperi, le ruberie e le inefficienze e poi dire che i soldi non ci sono. C'è una pluralità di enti e di istituzioni che andrebbero sfoltiti. È su questo che bisogna incidere non mortificando i dipendenti pubblici». Eppure dovete essere consapevoli del momento di crisi... «Sì, è vero ma anche le aziende private sono in difficoltà eppure i soldi per i nuovi contratti li hanno trovati. Questo significa che hanno razionalizzato le spese. La nuova stagione contrattuale potrebbe proprio essere l'occasione per creare quel clima favorevole alle riforme di cui il governo parla da mesi. E riforme significa trovare una soluzione agli sprechi e alle clientele che alimentano la corruzione». Insomma punterete i piedi ma se il ministro Tremonti non allargherà i cordoni della borsa farete ricorso alla piazza? «Calma. Mi siedo al tavolo per trattare non per rompere». L.D.P.

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