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Bersani e la supertassa ai ricchi

Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani

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Togliere ai ricchi per dare ai poveri. Cambia il nome del partito, i segretari si avvicendano ma a un'idea la sinistra resta fedele negli anni: per combattere la crisi non c'è altra via che una patrimoniale. Ovvero mettere le mani nelle tasche dei ceti più abbienti come se il raggiungimento del benessere fosse una sorta di peccato da scontare. I Democratici hanno infatti presentato alla Camera un emendamento che prevede una «una tantum» del 2% per il 2010 e il 2011 sui redditi superiori i 200.000 euro, per reperire i soldi necessari a prolungare la cassa integrazione dai 12 a 24 mesi. In più, nel corso di un seminario, il Pd per la prima volta ha parlato di un «oltre la crisi», avanzando 10 proposte di politica economico per garantire una ripresa con tassi più elevati. E dire che a ridosso del congresso, in una intervista al Sole 24Ore, il segretario del Pd Bersani, aveva sottolineato che non avrebbe rispolverato la consueta patrimoniale. Il «contributo di solidarietà» per i redditi più elevati non è una novità per il Pd. Un anno fa l'allora segretario Dario Franceschini la propose per i redditi superiori ai 120.000 euro, cioè lo stipendio dei parlamentari; i 500 milioni che se ne sarebbero ricavati sarebbero dovuti andare alla lotta alla «povertà estrema». La proposta fu pure appoggiata da Umberto Bossi ma, poi, una volta giunta in aula fu bocciata dalla Camera. L'emendamento, illustrato oggi nell'aula di Montecitorio da Cesare Damiano, porta l'aliquota marginale superiore dal 43 al 45% per i redditi oltre i 200.000 euro, una platea del 7% dei contribuenti. Dalla misura dovrebbero arrivare in tutto 300 milioni. Il ricavato servirebbe a allungare la cassa integrazione da 12 a 24 mesi. Questa misura in commissione Lavoro era stata votata anche dal Pdl e dal relatore al provvedimento, il presidente Giuliano Cazzola. La copertura, però, era stata bocciata dalla Ragioneria generale dello Stato. Poi era arrivato il «no» del ministro Maurizio Sacconi che sta lavorando a una propria riforma degli ammortizzatori.  

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