Le banche europee non pagheranno dazio alla crisi finanziaria con una tassa ad hoc come il presidente Usa Obama vorrebbe dall'altra parta dell'Atlantico
Madalle nuove regole per le loro attività non potranno esimersi. Dal vertice dei ministri finanziari di Madrid smorzato dalle ceneri islandesi si è alzata la voce del Governatore della Banca d'Italia e in Spagna in rappresentanza del Financial Stability Forum che ha illustrato le nuove norme regole per il sistema bancario, che verranno presentate entro la fine dell'anno come «Basilea 3». Uno schema che, se applicato, dovrebbe mettere fine alla speculazioni che giusto venerdì scorso hanno portato sul banco d'accusa la Goldman Sachs per vendita di prodotti tossici. Draghi ha spiegato che Basilea 3 ha come obiettivo finale quello di rendere l'industria bancaria «più sicura e meno speculativa, quindi anche meno redditizia». La riforma di Basilea 2, e cioè delle regole che porterà il sistema bancario ad avere più capitale e meno debito. «Il settore bancario e quello finanziario più ampio saranno meno redditizi ma meno rischiosi» ha chiosato Draghi. Draghi parla prima ai ministri dell'Ecofin e poi incontra i giornalisti. I governi, scandisce, «devono ascoltare le banche ma non devono desistere dall'obiettivo di un sistema finanziario con più capitale e meno debito», che sia «meno redditizio e quindi meno rischioso». Il governatore ripete un messaggio già lanciato più volte ma evidentemente non recepito dai banchieri che, attraverso dichiarazioni o studi, non mancano in misura quasi quotidiana di paventare i rischi dall'introduzione delle norme. «Non sono un decreto del principe, paracadutato» dall'alto, spiega Draghi, e saranno applicate in maniera graduale e solo quando la ripresa arriverà, come ha ripetuto anche il G20, e non si può ora dire quindi che «avranno un impatto devastante sulle banche». «Più si avvicina il termine di entrata in vigore delle nuove norme di Basilea, tanto più l'industria bancaria e l'industria in generale cercano di fermare questo percorso», ha sottolineato il governatore. Sulla tassa per le banche Draghi vede confermata la sua linea di cautela. Sia il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, che il commissario Ue, Olli Rehn, invitano «alla prudenza» per gli effetti che questa potrebbe creare sugli istituti di credito, e in ultima analisi sui consumatori, non risolvendo peraltro i nodi sistemici all'origine della crisi.