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Asse Lega-Fondazioni per la corsa al credito

Umbero Bossi

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Più che un blitz la guerra delle banche è già battaglia di trincea. Dietro la sortita della Lega Nord che, mercoledì scorso ha chiesto una maggiore presenza del partito nelle banche come ricompensa per la vittoria elettorale, si cela un un lento lavorìo delle Fondazioni. Quelle nate per custodire le partecipazioni azionarie delle banche e per investirne i frutti nel territorio. E che con la stretta nell'erogazione di cedole a causa della crisi hanno visto ridimensionato il loro ruolo di investitore sociale. Così si stanno sommando più forze in campo. Non solo il Carroccio che ha ora un peso determinante nell'indicare, nominare o suggerire dei componenti, in forma minoritaria, negli organi di controllo delle Fondazioni. Ma anche la crisi che spinge queste ultime a chiedere più voce in capitolo nella gestione diretta degli affari bancari. E infine il disegno del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che intende saldare l'alleanza tra pubblico e privato, necessaria ad affrontare la sfida delle grandi infrastrutture per il Paese, nel forziere della Cassa Depositi e Prestiti. Una cassaforte da 70 miliardi di euro nelle quali le fondazioni sono parte attiva e soci importanti. L'obiettivo ormai palese è fare diventare la Cdp una «cassa sempre più prestiti e meno depositi» confermano fonti autorevoli del ministero dell'Economia. E una spia che questa sia alla fine la missione è la designazione dell'ex ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, alla presidenza del Consiglio di Gestione di Intesa San Paolo da parte del socio di maggioranza: la Compagnia di San Paolo che lo ha proposto preferendolo all'attuale presidente Enrico Salza. Che la regia sia stata di Tremonti lo ha confermato Umberto Bossi rimandando al ministro dell'Economia la designazione di Siniscalco. Operazione non semplice. A favore di Salza si è espresso ieri il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti. Le quadrature sono da trovare. Ma i registi sono loro: le fondazioni. Che hanno anche fiutato l'aria che arriva dalla revisione delle direttiva di Basila 3. E all'importanza che, nella gestione dei patrimoni, sarà data al territorio. L'impresa bancaria cambierà pelle. Le nuove regole modificheranno i vincoli attuali degli enti di origine bancaria. Oggi in trincea. Domani protagoniste. Forse.

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