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Unicredit, la Lega alza il tiro

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Luca Zaia

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La Lega non molla la presa su Unicredit. Alla vigilia del comitato strategico di Piazza Cordusio fissato per oggi e che dovrebbe definire il nome del country manager per l'Italia, il ministro delle Politiche agricole e governatore del Veneto torna alla carica e candida un veneto. Zaia lo dice senza tanti giri di parole: «I veneti hanno tantissime potenzialità e, quindi, noi sicuramente siamo lì a incrociare le dita e sperare che sia veneto». Poi blandisce l'amministratore delegato, Alessandro Profumo, verso il quale, dice di avere «il massimo rispetto e la massima stima» ma ribadisce anche la preferenza per una banca che sia il più possibile locale. Quanto al nuovo assetto che Unicredit avrà con la banca unica, Zaia sottolinea che «vanno sostenute le scelte che vanno nella direzione di mettere radici nei territori».  La Lega è talmente determinata a condizionare le scelte di governance di Unicredit che si esprime non solo attraverso un ministro ma mette in pista anche il sindaco di Verona. Flavio Tosi ha ricordato dell'incontro con profumo di circa un mese fa quando «gli dicemmo che se doveva fare il cosiddetto bancone, l'importante era che la banca non si allontanasse dal territorio». In gioco c'è la rapidità di risposte che gli imprenditori, afferma Tosi, si aspettano per l'accesso al credito. Quindi la nomina del country manager, secondo il primo cittadino di Verona, dovrebbe rispondere a una logica territoriale. «Meglio poi per quel ruolo un veneto che già conosce il luogo dove agire». Ma Tosi non si ferma qui. Si spinge a dire che le Fondazioni «devono tornare sotto il controllo del territorio e i sindaci devono essere determinanti nelle decisioni e negli orientamenti delle erogazioni». Mentre la Lega fa pressing, si intensifica il totonomine. Dalla riunione di oggi, l'ultima di una serie in vista del cda straordinario del 13 aprile sulla Banca Unica, si attende una stretta sulla figura del country manager anche se la scelta definitiva spetta al board. In pista un tecnico, Piergiorgio Peluso, responsabile Corporate investment banking Network Italia, e Federico Ghizzoni, che vanta invece una carriera perlopiù all'estero, che lo ha portato a diventare responsabile del Central and Eastern Europe business. Le indiscrezioni davano per possibile anche Paolo Fiorentino, che fa parte di quella squadra dei vice Ceo (insieme con Sergio Ermotti e Roberto Nicastro) che le Fondazioni di Unicredit vorrebbero comunque forte e con poteri gestionali. Ieri a questi nomi si è aggiunto quello di Gabriele Piccini, responsabile Retail Italy Network e amministratore delegato di Unicredit Banca.

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