Confindustria chiede le riforme Il ministro Tremonti ci sta

È il momento di voltare pagina. La richiesta arriva dalla Confindustria di Emma Marcegaglia che, dal suo consueto appuntamento di Parma dove quest'anno festeggia il centenario, invoca quelle riforme fino ad ora solo annunciate. Quelle, spiega il documento del Centro Studi di Viale dell'Astronomia, necessarie non solo per lo sviluppo economico del Paese, ma anche per quello civile, che con esso va di pari passo. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, non si tira indietro: «La nostra riforma fiscale non sarà platonica, ma ad alta intensità politica: non sarà facile, ma è necessaria». «Nel quadrante dell'economia, infatti, la riforma delle riforme è la riforma fiscale», e per realizzarla il governo intende iniziare con un libro bianco per avere «l'inventario responsabile e trasparente delle varie opzioni possibili». Il ministro dell'Economia si toglie anche lo sfizio di replicare agli economisti del Centro studi degli industriali, che parla di economia bloccata, sottolineando che la «crescita italiana è oggi per la prima volta da tanti da tanti anni nella media europea: 0,8% è un numero piccolo, ma non è un numero avverso». L'Italia fotografata da Confindustria, invece, appare come un Paese che rischia di arretrare ulteriormente. Che sta male rispetto a dieci anni fa, e peggio se si confronta con l'Europa. Quindi le riforme non possono più essere rinviate.«L'Italia deve tornare a crescere rimuovendo gli ostacoli alla concorrenza, perché la maggiore competizione tra produttori abbassa i prezzi e aumenta la qualità dei beni. Occorre rimuovere gli ostacoli al fare impresa». «Gli italiani - afferma il documento di Confindustria - chiedono cambiamenti ispirati al mercato, al merito e alla legalità». Secondo un'indagine commissionata degli industriali, il 70% degli italiani è d'accordo che le persone più competenti ottengano riconoscimenti economici superiori, il 50% ritiene sia più importante essere che apparire, solo il 15% ritiene importante avere un lavoro prestigioso, ben l'88,8% non giustifica l'evasione fiscale, e oltre il 60% trova scorretto farsi raccomandare per un lavoro. Servono anche - spiega Confindustria - riforme in favore della famiglia. E sempre con la crescita al centro del mirino, sono intervenuti anche il commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia, sostenendo che bisogna aprirsi ancora di più al mercato e non lasciarsi tentare dal protezionismo e il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà: «Bisogna riprendere la politica delle liberalizzazioni. Abbiamo avuto la liberalizzazione del sistema idrico - ha detto - ma c'è ancora molto da fare sui trasporti, sulle poste, sulla governance bancaria e assicurativa, per non parlare delle tariffe e delle libere professioni».