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Regina pigliatutto (quasi) nel Lazio punta alla Confindustria

Aurelio Regina, presidente dell'Unione degli industriali e delle imprese di Roma

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Il progetto di creare una Confindustria del Lazio con la fusione delle cinque associazioni territoriali è entrato nel vivo e il tam tam tra gli imprenditori è già iniziato: Aurelio Regina vuol fare pigliatutto e crearsi una piattaforma per marciare dritto alla presidenza della Confindustria quando la Marcegaglia concluderà il mandato. Che il presidente dell'Unione industriali di Roma ragioni in grande è parso chiaro sin dal suo insediamento al punto che molti osservatori e imprenditori hanno cominciato a parlare di una Confindustria-ombra. Illazioni pettegole? Ora con la creazione del nuovo soggetto associativo (dovrebbe chiamarsi Confindustria del Lazio o Federazione delle imprese del Lazio) la volontà della scalata appare più manifesta. Finora hanno aderito al progetto di Regina le associazioni industriali di Rieti, Viterbo e Frosinone ma Latina resiste. Vuole mantenere la sua autonomia e fiuta che non sarebbe una fusione ma una incorporazione anche se da Roma assicurano che la rappresentanza sul territorio è garantita da un vicepresidente. Sempre a Latina spiegano che per Rieti e Viterbo è una scelta obbligata dal momento che non sarebbero in condizioni floride e per Frosinone ha pesato il fatto che il presidente della Confindustria Lazio, Maurizio Stirpe, è un ciociaro.  Il nuovo soggetto associativo potrebbe contare su circa 4.500 imprese e rappresentare 500.000 dipendenti ponendosi così ai vertici del sistema confindustriale, a ridosso di Assolombarda. Una imponente «macchina da guerra» su cui Regina potrebbe contare per mettersi in pista quando si apriranno i giochi per il rinnovo della presidenza di Confindustria. Lo statuto della Confindustria del Lazio è in corso di elaborazione ma di sicuro Regina sarà il primo presidente e guiderà il progetto di fusione fino a quando il nuovo soggetto entrerà a regime, ovvero fino al 2012. Ma questa data è la stessa della scadenza di Regina dalla presidenza dell'Unione industriali di Roma e del passaggio del testimone della Marcegaglia. L'attivismo di Regina ha già messo in allarme il Nord e anche se le imprese pubbliche, tra i maggiori contribuenti della Confindustria, hanno il quartier generale a Roma, non vedrebbero di buon grado, secondo indiscrezioni, una presidenza nata nella Capitale. Tanto più che Roma sta insidiando su diversi fronti (la moda, il cinema e con la candidatura ai Giochi olimpici) il primato del Nord.

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