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Nuove regole per il cda Acea

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Acea

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Ultimo atto formale per Acea in vista dell'assemblea di aprile che rimetterà in pista la strategia industriale della municipalizzata capitolina. Con il cda in scadenza e con i dissidi tra soci italiani (il Comune con il 51%) e i francesi di Gdf-Suez (al 9,98%), infatti, le decisioni sul futuro industriale dell'azienda sono in stallo. Così il passaggio di ieri e cioè il via libera dell'assemblea degli azionisti alle modifiche dello statuto che cambiano le regole per la nomina del cda serve secondo il presidente di Acea, Giancarlo Cremonesi, a dare alla società una «governance più coesa» ribattendo alle critiche dei piccoli azionisti che hanno ribattezzato il cambio di normativa come un «papocchio».  Con i nuovi standard di elezione Acea si mette al pari con le pratiche delle altre utilities italiane e straniere. Nella pratica si sancirà solo un dato di fatto. Alla fine di aprile saranno cinque i consiglieri in quota al Comune di Roma, due quelli dei francesi di Gdf-Suez e due dell'azionista Francesco Gaetano Caltagirone. Il cda manterrà dunque la stessa composizione di oggi ma solo perché la volta scorsa la quarta lista non si presentò. La modifica dell'articolo 15 dello statuto è stata approvata con oltre il 98% dei voti favorevoli (l'1,8% i contrari). D'ora in poi l'assegnazione dei consiglieri avverrà in base ai voti ottenuti dalle liste e, quindi, in proporzione alle quote azionarie. Tra gli obiettivi perseguiti quello di «adeguare lo statuto a quello delle più grandi società quotate» e «far sì che gli azionisti abbiano lo stimolo a coagularsi ed entrare in liste che siano rappresentative di quantità di capitale importanti». Secondo Cremonesi, inoltre, la crisi economica suggerisce di adottare «scelte societarie coese e che vadano nella direzione di tenere presenti quali sono i numeri di chi investe in modo importante nella nostra società». Secondo il rappresentante dell'associazione dei piccoli azionisti Franco Di Grazia, tuttavia, «la modifica dell'articolo 15 non è imposta da alcuna legge e consente l'ingresso in cda delle sole minoranze forti, cioè quelle che sono già le più forti». Si tratta, insomma, «dell'ennesimo gesto di piena arroganza che non porta benefici all'azienda». In Borsa, intanto, non si registrano scosse sul titolo, che ha chiuso a 7,96 euro (+0,32%). In attesa dell'assemblea di fine aprile, il prossimo importante appuntamento per la società è fissato per il 25 marzo, quando è in programma l'esame dei conti 2009. In quell'occasione, inoltre, potrebbe emergere qualche novità sul fronte della trattativa con Gdf-Suez per sciogliere le joint venture con i soci francesi. Le grandi manovre sono comunque già cominciate. La Vianini lavori che fa capo a Caltagirone ha aumentato al 5,494% la quota nel capitale sociale di Acea dal 5,048% segnalato nell'ultimo aggiornamento Consob.

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