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In Borsa ora tocca a Usa e Giappone

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I relatori del convegno sugli investimenti finanziari organizzato da Sudtirol Bank: Pecora (SocGen), Zannin e Meomartini (Sudtirol Bank), Ragozzino e Gentili (Nextam Partner)

I mercati emergenti hanno corso troppo. Occhi puntati su petrolio e oro

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C'è voglia di investire nei risparmiatori, la paura è ancora un grande deterrente e per riconquistare la fiducia servono regole ed etica. Sono i concetti fondamentali usciti nel corso del convegno organizzato dalla Südtirol Bank, la banca di nicchia specializzata nella gestione patrimoniale di cui è presidente Peter Mayr, nella sala Angiolillo di Palazzo Wedekind sede de Il Tempo. Un'iniziativa intitolata: «Investimenti finanziari? Come quando e perché si può rispondere di sì» e nata da un'idea di Alfonso Meomartini che della stessa banca è area manager. La sala gremita di pubblico è stata la migliore dimostrazione che la voglia di far fruttare i propri capitali non è stata demotivata dalla crisi internazionale. E a consigliare la migliore strategia Meomartini ha invitato le migliori società di gestione del risparmio moderati dal giornalista Arnaldo Ragozzino (Twister Group). Per Roberto Pecora (Société Générale) «la migliore allocazione geografica restano gli Usa e il Giappone. Meglio poi puntare ancora sulle commodities con una valutazione positiva per oro e petrolio. E sulla valute, tra la quali il dollaro. Mentre più rischioso sembrano essere i paesi emergenti che hanno molto corso negli ultimi anni». Roberto Zannin (Südtirol Bank) ha invece messo l'accento «sulla necessità che il cliente sia a conoscenza del rischio e che i promotori e i gestori finanziari amministrino i soldi dei clienti come se fossero i loro. Per questo l'unica chiave per gestire il rischio è l'autonomia e l'indipendenza delle società di investimento». Sullo stesso punto ha battuto Giovanni Grimaldi, azionista di Südtirol bank: «Servono regole appropriate al nuovo contesto e autorità che le facciano rispettare insieme a etica e valori». E ancora sulle regole, solo vantate ma non applicate, si è soffermato Carlo Gentili di Nextam Partner: «Se ne è parlato tanto ma non ci sono ancora esempi concreti. Sui derivati ad esempio non è possibile continuare a collocare titoli strutturati senza adeguate caratteristiche patrimoniali. Quanto agli hedge fund, sono la bestia nera della finanza, ma le grandi banche si sono indebitate anche 40 o 50 volte rispetto al patrimonio». Sempre secondo Gentili «il primo consiglio per chi vuole investire è la ricerca della immediata liquidità dei titoli che si acquistano. E l'idea che in Borsa va messa solo la parte di risparmio che va soggetta al rischio. Che non vuol dire perdere ma considerare le proprie somme soggette ad alta volatilità». Per investire la via più sicura resta comunque quella del fondo comune proposto da società con storia e reputazione elevata.   Vanno bene anche i bond se ci si vuole proteggere da perdite e alti e bassi. Ma con una cautela da seguire: «Diffidare se i Bot sono prossimi allo zero per cento di rendimento da chi offre guadagni più elevati». Per Zannin «la ricetta migliore per il risparmiatore resta un'attenzione elevata ai costi di gestione, la trasparenza e la professionalità del rapporto. In questo senso va bene anche una maggiore formazione dei promotori finanziari che dovrebbero essere soggetti anche ad esami continui per essere testati nel corso della loro carriera». Non può mancare infine per Pecora, oltre alla semplicità dell'offerta anche l'innovazione, non quella che ha generato le storture nei derivati, ma quella più orientata a dare valore a chi investe. «Per questo la Südtirol Bank è in pista per offrire la migliore offerta alla sua clientela» ha concluso Meomartini che ha invitato a fine lavori i partecipanti a visitare la mostra di titoli antichi di Giovanni Nicotera allestita nella sala attigua a quella del convegno.  

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