Il fuoco covava sotto la cenere tra i grandi soci di Unicredit
Oggi,secondo la tabella di marcia definita da tempo, il cda darà il suo giudizio sul piano di riorganizzazione sostenuto dall'ad Alessandro Profumo. E se fino a ieri sembrava che tutto sarebbe andato liscio la situazione sembra compromessa. Le Fondazioni Crt e Cariverona, azioniste di Piazza Cordusio, già come anticipato da Il Tempo domenica scorsa, in lotta per le nomine dei presidenti territoriali, hanno battuto ieri i pugni sul tavolo per contestare la scelte dell'ad. Severi dubbi sul piano che prevede una banca unica a una focalizzazione sui territori sarebbero stati avanzati da diversi consiglieri nella riunione del preconsiglio di Unicredit tenuta, appunto, ieri. Nella serata non sarebbero mancate le febbrili trattative per mediare ed evitare rotture traumatiche. A condurre il negoziato sarebbe stato il vicepresidente Fabrizio Palenzona. Il rischio è la non approvazione della proposta elaborata da Profumo e la sostanziale sconfessione del suo operato. Insomma l'ad potrebbe essere anche a un passo dall'uscita dal gruppo bancario. Secondo fonti consultate da Il Tempo il presidente Rampl potrebbe così arrivare a chiedere la sfiducia dell'operato di Profumo. I principali rilievi alla gestione dell'ad sarebbero stati avanzati, infatti, proprio dal presidente che avrebbe criticato la gestione solitaria e la mancanza di deleghe e coinvolgimento del management. I maggiori contrasti si sarebbero manifestati sulla proposta sostenuta da alcuni consiglieri, in sintonia con le Fondazioni, di prevedere un direttore generale con ampie deleghe. Le fonti sindacali sempre nella serata di ieri hanno confermato che lo scontro al vertice di Unicredit, alla vigilia del Cda sui conti e il progetto di Banca Unica, nasce dalll'opposizion manifestata sia da parte di Fondazione Cariverona (primo azionista italiano con il 4,9%), già protagonista di un tentativo di spallata quando, nel pieno del terremoto della crisi finanziaria, si rifiutò di sottoscrivere la ricapitalizzazione tramite cashes, e - da quanto risulta - questa volta anche da Fondazione Cassa di Riparmio di Torino (socio di Piazza Cordusio con una quota del 3,3%). Da Torino spiegano che non è passata nessuna decisione a riguardo nel consiglio dell'ente ma che la fondazione guidata da Andrea Comba «darà pieno supporto a quello che decideranno i suoi rappresentanti nel consiglio», ossia Antonio Maria Marocco e soprattutto il vice presidente Palenzona. Oggi la prova del fuoco.