Silvio è l'uomo d'oro del 2008
Il vincitore è sempre lui: Silvio Berlusconi. Nel 2008 il suo reddito soggetto al fisco è aumentato di quasi nove milioni di euro rispetto all'anno precedente. Il premier nella sua dichiarazione fiscale resa pubblica ieri insieme a quelle di deputati, senatori e governo in ossequio alla trasparenza, ha indicato la cifra monstre di poco superiore ai 23 milioni di euro. Se il premier ride qualcun'altro piange. Si fa per dire ovviamente. Ma nella stessa compagine governativa arriva la sorpresa di Giulio Tremonti che nello stesso anno si è dovuto accontentare di un reddito imponibile lordo di 176.897 euro, in linea con i suoi colleghi di governo. Certo molto meno dei 4,5 milioni dell'anno precedente quando poteva contare anche sui proventi che arrivavano dal suo studio di tributarista. L'abbandono della professione ha ridotto i suoi incassi di oltre 4,3 milioni di euro in un solo anno. A ben vedere però il reddito netto del ministro è però stato ancora più basso. Il responsabile del dicastero dell'economia ha presentato all'erario un piatto ancora meno ricco e cioè un imponibile di poco più di 39.000 euro. Una riduzione legata alla cassa previdenziale degli avvocati. Il ministro ha infatti dovuto pagare - hanno spiegato in una nota al ministero dell'Economia - un conto assai salato alla Cassa Nazionale di Previdenza e assistenza Forense: dei circa 176 mila euro e rotti guadagnati, 137.225 euro sono andati in contributo per la sua pensione. Una cifra corposa perché non si tratta di una cifra fissa ma calcolata sui redditi precedenti (appunto i 4,5 milioni dell0anno precedente). Considerando anche questo Tremonti arriva a quota 176.897 euro. Questo ristabilisce le posizioni e porta il ministro nelle posizioni più alte della «classifica» dell'esecutivo superando, il collega agli Esteri, Franco Frattini (circa 149.000 euro), Roberto Maroni (156.000), o Angelino Alfano con 149.000 euro circa. Tra i parlamentari dietro Berlusconi c'è lo stilista Santo Versace per lui un imponibile di 5.190.127 euro. Terzo l'imprenditore delle cliniche ed editore Antonio Angelucci (3.530.528euro) Tra i ricchissimi spicca la pattuglia degli avvocati di grido presenti in Parlamento: Giuseppe Consolo ha dichiarato un imponibile di 2.524.904 euro; Niccolò Ghedini, avvocato del premier, con 1.345.235 euro; Donato Bruno 1.293.235 e Giulia Bongiorno 1.288.440 euro. Il Pd entra nella top ten dei paperoni solo grazie agli introiti di Umberto Veronesi: il chirurgo milanese è il numero sei della classifica, con il suo imponibile di 1.678.554 euro. Nel governo, dopo Berlusconi, il più ricco risulta essere il sottosegretario Gianni Letta (1.315.186 di euro). È andata bene anche al sottosegretario Gianni Bertolaso, capo delle protezione civile con 613.403 euro. Tra i ministri più benestanti, il responsabile del dicastero della salute Ferruccio Fazio (634.968 euro), il ministro della Difesa Ignazio La Russa (517.078 euro), la ministra del Turismo Michela Brambilla (312.389 euro) La più povera è la senatrice del Pdl Alessandra Gallone con 21mila euro. Ma solo perché i redditi dichiarati si riferiscono a un periodo in cui non riceveva ancora lo stipendio da parlamentare. Nel derby tra Camera e Senato, Schifani, primo inquilino di Palazzo Madama, infatti, ha dichiarato un imponibile di 190.643 euro contro i 142.243 euro del presidente di Montecitorio, Gianfranco Fini.