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Regionali senza Pdl un danno per l'economia

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Ilgrande economista britannico riferiva quanto era successo a Versailles dove erano riuniti i grandi dell'epoca che stabilirono le pesanti sanzioni a carico della Germania che aveva perso la guerra. Keynes che accompagnava il primo ministro inglese George LLoyd abbandonò il consesso in disaccordo con le decisioni che poi vennero prese. E Keynes scrisse: «i tedeschi si vendicheranno». Mai profezia, ahimè, fu più indovinata. Hitler al potere e la seconda guerra mondiale. Nel nostro piccolo orticello si sta discutendo se escludere nelle due maggiori regioni italiane il partito di maggioranza che ha un seguito di circa 13 milioni di elettori. Non entro nel merito. Ma cari signori vi ricordate la crisi che abbiamo passato e dalla quale non siamo ancora usciti? Ricordiamoci le vicende greche e che l'Italia, grazie alla politica del rigore di Tremonti non fa più parte del club dei pigs (maiali) ora composto da Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. Quali potrebbero essere le conseguenze economiche di una competizione elettorale sfalsata dalla assenza di uno dei principali attori? Quali effetti sul rating Italia e sull'aumento dei tassi di interesse che bisogna pagare per far fronte ad uno dei più grandi debiti pubblici del mondo? Ci rendiamo conto di questo oppure ci mettiamo a ridere se arriva il terremoto? Torniamo al buon senso signori della politica che non ha bisogno di ulteriore disaffezione. La democrazia ha necessità di competitors. Il monopolio politico sfocia - non ci voglio pensare - in un regime sudamericano. E la nostra economia retrocederebbe nel terzo mondo. Auguri!

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