La Holding Capitolina entro l'anno
IlComune di Roma accelera per la realizzazione della Holding Capitolina che riunirà le 106 società partecipate dal Campidoglio. L'assessore al bilancio del comune Maurizio Leo scandisce le tappe dell'operazione. Il via libera è previsto entro l'anno e l'obiettivo ambizioso è di ottimizzare le spese e creare una struttura più snella sotto il controllo diretto del Campidoglio. «Con la delibera adottata dal Comune introduciamo più stringenti regole di corporate governance sia per le 20 società controllate al 100% che per quelle in cui l'Ente ha una partecipazione» spiega Leo. L'operazione prevede un percorso in quattro tappe per esercitare sulle società il cosiddetto «controllo analogo», cioè «un livello di controllo simile a quello esercitato normalmente dall'amministrazione nei confronti delle proprie strutture e uffici». In pratica le società saranno sottoposte ad un controllo in itinere. «Sarà attuato un monitoraggio che riguarderà i bilanci delle società, le assunzioni, le consulenze, la qualità dei servizi. Saranno individuati degli standard ai quali adeguare i contratti di servizio stipulati tra il Comune e la società partecipata». Momento centrale dell'operazione sarà il riassetto generale del pacchetto di partecipazioni detenute dall'amministrazione con la razionalizzazione del Gruppo comune di Roma attraverso accorpamenti e valorizzazione delle società partecipate. Un processo che culminerà con la costituzione di una società capogruppo (Holding Capitolina), cui saranno conferite le varie partecipazioni azionarie del Gruppo Comune di Roma. Il piano prevede anche la nomina di un dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili con il compito di predisporre quelle proedure amministrative e contabili utili alla formazione del bilancio. L'obiettivo del contenimento dei costi prevede l'eliminazione delle cariche di vicepresidente e dei comitati particolari all'interno dei consigli d'amministrazione. Per le società strumentali, ovvero quelle che forniscono servizi all'amministrazione comunale, è previsto un amministratore unico al posto del cda o di un consiglio con al massimo 3 componenti. «Il progetto di riassetto societario -assicura Leo- sarà esaminato insieme con le organizzazioni sindacali e con i rappresentanti delle categorie economiche».