Unicredit raccoglie la sfida: Montepaschi venga nel Lazio
«Monte Paschi si candida a diventare la prima banca del Lazio? Noi non tarpiamo le ambizioni a nessuno». Non si scompone l'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, di fronte a chi lo incalza sui piani espansionistici del presidente dell'istituto senese, Giuseppe Mussari. Anzi il suo è il tono di una sfida. Unicredit non solo non indietreggia nel Lazio ma non teme neppure la concorrenza. E la strategia che il gruppo bancario sta seguendo parla chiaro; a cominciare dalla specializzazione trasferita nella Banca di Roma per il credito alle piccole e medie imprese, agli impieghi nel Lazio arrivati a quota 33 miliardi mentre la raccolta è pari a circa 27,5 miliardi. E a questo si aggiunge che il vicepresidente del gruppo Fabrizio Palenzona è poi il numero uno degli Aeroporti di Roma e componente del comitato esecutivo dell'Unione Industriali di Roma. Il riposizionamento sul Lazio di grandi istituti bancari rientra in una politica complessiva del mondo del credito che durante la crisi economica ha riscoperto il legame più profondo con il territorio. La fase dell'internazionalizzazione del periodo pre crisi ha lasciato il passo ad un contatto più attento con le realtà locali. Il fatto stesso che Unicredit abbia deciso di mantenere il brand della Banca di Roma indica una strategia in questa direzione, in chiave localista, dopo aver spinto il proprio sguardo oltre frontiera. Va ricordato l'interesse per l'Est Europa e la caratura internazionale che Profumo ha voluto dare all'istituto. Ora la richiesta di credito da parte delle imprese alle prese con la crisi e i segnali di ripresa con le prospettive di nuovi investimenti, hanno riportato le banche sul territorio. Non è un caso che Intesa SanPaolo abbia preso il vicedirettore generale di Monte Paschi, Marco Morelli, nominandolo direttore generale con la responsabilità della Divisione Banca dei Territori. Il Lazio è il territorio più appetibile per queste strategie localiste.