Fondi Ue a Roma Capitale

Più soldi europei per Roma Capitale destinati, in particolare, alle grandi infrastrutture e alle imprese. Il decollo operativo del nuovo modello di città metropolitana non è ancora avvenuto, ma il governo prepara il terreno per far arrivare sul suo territorio le risorse ingenti stanziate a Bruxelles per l'Obiettivo uno e cioè per le zone con ritardi nello sviluppo economico. Nell'ottavo articolo del testo preliminare della legge comunitaria 2010, approvato ieri dal preconsiglio dei ministri, oggi al Cdm, e che Il Tempo è in grado di anticipare, si legge, infatti, che all'ente Roma Capitale viene assegnata la qualifica di territorio europeo Nuts2. Una sigla che corrisponde a una semplice ripartizione statistica dei territori europei ma dietro alla quale si cela una opportunità non indifferente per la città. Che sarebbe collocata di diritto all'interno della lista delle macro aree regionali che danno la chiave, a chi le governa, per accedere alle casseforti più ricche d'Europa. Quelle rappresentate dai fondi comunitari per l'obiettivo 1 e dove finora hanno pescato le sole regioni del Meridione. Nel dettaglio la nomenclatura dell'istituto di statistica europeo suddivide i paesi dell'Ue in territori Nuts 0 (i 27 stati nazionali), quelli Nuts 1 come gli Stati regionali della Germania e del Belgio, i Nuts 2 (regioni italiane e comunità autonome in Spagna) e infine nei territori Nuts 3 (province italiane e spagnole). Ebbene i fondi strutturali europei previsti per l'obiettivo 1 sono destinati principalmente alle aree Nuts 2. Mentre quelli meno cospicui dell'obiettivo 2 sono assegnati alle entità Nuts 3 (oggi la solo la provincia di Roma). Le modifiche dello status territoriale sono determinati da appositi provvedimenti legislativi nazionali comunicati a Bruxelles e lì registrati in un apposito elenco. Roma Capitale alla fine dell'iter curato a Bruxelles dovrebbe comparire nella macroarea "Italia centro" immediatamente dopo la Regione Lazio. Se, come previsto dal Governo, la norma sarà approvata dal Parlamento, Roma potrà così accedere a un'importante flusso di finanziamenti comunitari, cospicuo e aggiuntivo rispetto a quelli nazionali. La norma non comporta alcun effetto sulla finanza pubblica italiana ma consentirà alla costituenda «nuova Roma» di utilizzare soldi, ad esempio, per potenziare i collegamenti o per opere in grado di aumentare la competitività del territorio. Non male per prepararsi alle possibili Olimpiadi del 2020.