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È l'ora di investire nelle malattie rare

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Farmindustriaha sostenuto l'evento, organizzato dalla fondazione Luca Barbareschi, che si terrà oggi al teatro Valle di Roma. Massimo Boriero, presidente di Genzyme e del settore biotecnologico di Farmindustria, cerca di far chiarezza: «Per malattie rare intendiamo quelle malattie che colpiscono non più di una persona su centomila. Potrebbe sembrare un numero irrisorio, ma se vengono sommati stiamo parlando di due o tre milioni di malati in Italia e trenta milioni in tutt'Europa». Vale la pena fare ricerca per così pochi pazienti? «Questo è assolutamente un mito da sfatare, le case farmaceutiche sono costrette ad un cambio di rotta» Si fa fatica a crederle. «Garantisco e posso spiegarne anche il perché. Molti dei farmaci per l'automedicazione hanno i brevetti in via di scadenza e questo costringe le case farmaceutiche, che vedranno sparire fette di mercato, a dedicarsi alla nicchia». Quindi malattie rare? «Certo, anche perché fare ricerca oggi è più facile grazie alla collaborazione con gli istituti di ricerca privati e pubblici, le università e le aziende in start-up di biotecnologia. Questo insieme di attori permette di fare ricerca con dei costi più contenuti». Una rivoluzione del marketing? «In parte, perché la vera rivoluzione è quella scientifica. Grazie alle scoperte fatte nel campo della genetica si potrà immaginare una farmacologia personalizzata».

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