Acea e Suez Gdf discutono ancora L'arbitrato di Ginevra si avvicina
Non ci vuole arrivare nessuno dei due soggetti che l'hanno chiesto, Acea e Gdf Suez, per risolvere le controversie che si sono aperte sulla gestione societaria, ma lo spettro dell'arbitrato internazionale aleggia sempre di più sulla società di Piazzale Ostiense. Gli sherpa secondo quanto risulta a Il Tempo si sarebbero incontrati anche ieri ma, a differenza delle aperture che si erano registrate venerdì scorso, le posizioni si sarebbero nuovamente irrigidite. Così anche se la rottura fa parte delle trattative serrate per trovare la soluzione resta all'orizzonte l'ultima parola lasciata agli arbitri. Una soluzione, quella dell'arbitrato, che ingarbuglierebbe ancora di più la situazione. Il rischio è quello di allungare i tempi di soluzione di almeno 18-24 mesi. Tanto è infatti l'iter normale della procedura. Non solo. Le intese siglate quando francesi e romani filavano d'amore e d'accordo possono tramutare, il ricorso a un collegio giudicante terzo, in un'ulteriore allungamento del dossier. Il foro legale che dovrebbe avere la giurisdizione è infatti la camera di commercio di Parigi, ma l'istruzione della pratica dovrebbe avvenire a Ginevra. Non solo. Tra le ulteriori complicazioni ci sarebbe anche la legislazione da applicare nella decisione. Non è infatti ancora chiaro e resta tema di discussione se utilizzare il diritto italiano oppure quello francese o svizzero. Nei giorni di trattative febbrili che si susseguono a Piazzale Ostiense c'è anche qualche nota positiva. Ieri il bond da 500 milioni di euro approvato dall'ultimo cda è stato presentato al personale interno da funzionari del Monte dei Paschi di Siena, incaricato anche di curare la parte relativa alla comunicazione nell'operazione finanziaria. L'accoglienza per il prestito obbligazionario sarebbe stata molto positiva. Una ragione in più per l'ad Marco Staderini e il presidente Giancarlo Cremonesi a non mollare e a continuare nella ricerca di una quadra con i transalpini.