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«Accesso al credito, intervenga la Regione»

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«Ladisponibilità delle banche è più di forma che di sostanza. Nel senso che si scontra con gli effetti della crisi che ha ridotto il fatturato delle imprese e questo impone agli istituti bancari di essere più selettivi nell'elargizione del credito». Giuseppe Gori, presidente della piccola industria di Confindustria Lazio sostiene che poco è cambiato dopo la moral suasion svolta dall'Abi e dalla Banca d'Italia sul fronte del rapporto tra banche e imprese. Quale ostacolo si frappone tra le imprese e le banche per gli affidamenti? «I bilanci del 2009 sono molto pesanti. La crisi ha colpito il sistema imprenditoriale e le banche hanno stretto i cordoni della borsa». Eppure sono state avviate delle iniziative per agevolare il credito. Non funzionano? «Sono operazioni più di immagine che di sostanza». Si spieghi meglio. «Prendiamo la Bil, la Banca Impresa Lazio, nata per favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese della Regione. Il suo ruolo è di prestare la garanzia sui crediti concessi alle pmi dalle banche e dovrebbe veicolare i finanziamenti pubblici alle aziende. In realtà pur essendo operativa da circa un anno non decolla per una serie di paletti istituzionali». Quali? «Molti finanziamenti non passano tramite la Bil che resta quindi uno strumento con potenzialità inespresse». Come sbloccare questo impasse? «Ci vorrebbe un atto d'imperio della Regione che dovrebbe esprimere la volontà chiara di far decollare Bil collegandola strettamente ai confidi. La Regione ha stanziato 240 milioni per le pmi articolati sotto diverse forme ma la burocrazia sta impedendo che diventino soldi veri. La Bil, che garantisce le aziende, deve diventare lo strumento operativo per tutte le operazioni del territorio, un ponte tra le banche e le aziende. Deve diventare lo sportello unico dell'erogazione del credito». C'è poi il problema dei mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Come vi state comportando? «I mancati pagamenti sono alla base della richiesta di affidamenti alle banche. Se gli enti pubblici pagassero le imprese con puntualità queste non avrebbero necessità di rivolgersi alle banche».

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