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In Bankitalia è già dopo Draghi

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Parta o non parta il governatore Draghi alla volta di Francoforte, per assumere le redini della Banca Centrale Europea, (ieri Berlusconi ha spiegato che è troppo presto per una sua candidatura) a via Nazionale non vogliono farsi trovare impreparati nell'eventualità di una successione. Certo i tempi sono lunghi, la decisione si prenderà solo nel 2011, ma le scaramucce che si sono già accese tra gli stati europei (con il ministero delle Finanze tedesco che ha negato il veto per l'attuale inquilino di Palazzo Koch) hanno dato il segnale che la corsa al trono dell'euro è già cominciata. Così anche all'interno si attrezzano e le prime indiscrezioni cominciano a circolare nei corridoi ovattati di via Nazionale. Tra i più accreditati spunta il nome di Lorenzo Bini Smaghi. Si tratterebbe a quel punto quasi di uno scambio sotto il cielo plumbeo di di Francoforte. L'economista fiorentino è già, infatti, nel direttivo della Bce dove le sua analisi raccolgono un gran seguito. Se chiamato avrebbe dalla sua più carte da giocarsi. I buoni uffici al ministero dell'Economia, dove fu direttore generale per gli affari finanziari internazionali fino al 2005, ma anche la sua origine professionale all'ufficio studi di Bankitalia. La sua nomina segnerebbe per l'istituto il ritorno alla tradizione, e cioè l'origine interna del governatore, interrotta proprio dall'arrivo di Draghi. Passate la bufera delle scalate bancarie nel 2005 che suggerirono un nome esterno per voltare pagina dopo Fazio, la struttura non disdegnebbe il ritorno all'antico. Un ragionamento che fa però scendere le quotazioni del secondo candidato in pista: l'attuale direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, esperto economista ed ex Ragioniere generale dello Stato, ma con una formazione che non ha mai incrociato le stanze di Palazzo Koch. Dalla sua avrebbe però il ministro dell'Economia Tremonti. Il nome di Grilli è in realtà già uscito come possibile candidato alla plancia di comando della Banca d'Italia nel momento in cui si parlò di Draghi alla guida di un incarico di rilievo nei board di istituzioni internazionali come la Banca Mondiale o il Fondo Monetario Internazionale. E nel momento di massima tensione tra Draghi e Tremonti sui dati della crisi. Grilli potrebbe far valere la circostanza di essere già stato tra i collaboratori più stretti di Draghi al Tesoro. Ma passerebbe in secondo piano di fronte al membro del direttorio Ignazio Visco, già capo del servizio studi e dal 2007 vicedirettore generale dell'istituto di via Nazionale. Visco, dai ben infomati, è considerato uno dei delfini del Governatore che, in caso di nomina alla Banca Centrale Europea, potrebbe lavorare alla sua investitura. Scarse per ora le possibilitè per il direttore generala Fabrizio Saccomanni. Dalla sua parte l'esperienza e la conoscenza della macchina di Palazzo Kocg. Di tempo per far salire le quotazioni ne ha abbastanza.

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