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Acea, intesa in vista con Parigi

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Il presidente dell'Acea Giancarlo Cremonesi

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I tempi sembrano ormai maturi per la chiusura del dossier tra Acea e i francesi di Suez-Gaz de France. Il presidente della utility capitolina Giancarlo Cremonesi ha spiegato ieri a margine di un convegno dedicato che «nel corso del prossimo Cda di Acea si discuterà anche un aggiornamento della trattativa di accordo con Gaz de France». La bozza di un accordo ancora non è nelle mani dei consiglieri. E ai piani alti di Acea le bocche sono cucite. Ma i rumors parlano di un avanzamento delle trattative tale che, già al cda previsto il prossimo venerdì si concretizzi, almeno a grandi linee, le base di un'intesa che potrebbe riguardare un riequilibrio delle rispettive partecipazioni azionarie delle società di produzione, trading e vendita di energia elettrica. Una delle possibili vie di sblocco della partita relativa al ruolo da assegnare ai transalpini dopo l'arrivo del centro destra alla guida del Campidoglio (che ha messo in discussione gli accordi presi dalla precedente giunta di Veltroni) è proprio la possibilità di rendere paritarie le quote tra socio di maggioranza e i francesi nelle sub holding, ovvero le società operative dedicate a trading e vendita di energia. Nel progetto iniziale ai parigini sarebbe toccata una quota molto più elevata e dunque una fetta maggiore di liquidità. Questa nuova armonizzazione, collegata alla volontà di Suez-GdF di non voler abbandonare il ricco mercato italiano, depongono a favore di una chiusura sempre più vicina. Nel cda di venerdì prossimo è attesa anche la decisione definitiva sul bond da 500 milioni da collocare presso investitori istituzionali, dopo che il consiglio convocato il 27 gennaio scorso ha portato ad un nulla di fatto. A non dare il via libera sarebbero state alcune criticità sul prestito obbligazionario fatte presenti da un consigliere e che avrebbero spinto gli altri membri del consiglio a concedere un ulteriore sessione di approfondimento. Sulla vicenda societaria pende anche il processo di privatizzazione richiesto dall'Ue. «Ho individuato un percorso che può partire da quest'anno ma deve essere molto attento a movimenti di mercato perché ci sia il massimo risultato economico dalla vendita. Non abbiamo urgenza ma nemmeno dobbiamo attendere la scadenza del decreto Ronchi» ha detto ieri il sindaco Gianni Alemanno.

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