Alla Fiat incrociano le braccia
Fiat nell'occhio del ciclone. Questa volta è l'ora dei sindacati di categoria che hanno indetto per oggi uno sciopero di 4 ore per protestare contro il piano industriale della casa automobilistica. Ed è proprio l'Ugl Metalmeccanici a spiegare le motivazioni della protesta: «Puntiamo l'indice contro l'abbandono e il tradimento degli stabilimenti del centro-Sud da parte dell'azienda che sta dimostrando una totale indifferenza nei confronti dei propri lavoratori», spiega il segretario nazionale Giovanni Centrella. Allo sciopero aderiranno anche i lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese che incroceranno le braccia nei due turni, dalle ore 10 alle 14 e dalle 18 alle 22 mentre davanti ai cancelli della fabbrica si terrà un sit-in. Sulla vertenza é intervenuto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «Il tavolo é assolutamente aperto alla ricerca delle migliori situazioni che da un lato conservino l'occupazione, non solo diretta ma anche indotta, salvaguardando se possibile l'antica cultura industriale dell'auto». Secondo il ministro, il negoziato sulla Fiat deve puntare «alle soluzioni migliori tendo conto anche delle economicità». E sempre in tema di lavoro, é arrivato ieri un nuovo allarme dai petrolieri. «La raffinazione in Italia é in crisi a causa del calo della domanda di benzina e della diminuzione delle esportazioni, in particolare negli Stati Uniti», ha detto il presidente dell'Unione petrolifera, Pasquale De Vita, secondo cui in Italia «4-5 raffinerie sono di troppo». Una situazione che se si verificasse comporterebbe la perdita di circa 7.500 posti di lavoro.