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Crollano gli ordini di Fiat. Governo al lavoro per Termini

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Questavolta, dati alla mano, la Fiat torna a lanciare il suo grido di dolore. I numeri confermano quanto aveva già detto annunciando le ragioni del ricorso alla cassa integrazione per 30.000 lavoratori degli stabilimenti Auto. Ma il segretario generale della Cisl, Raffele Bonanni, insiste: «Dare soldi senza salvare posti di lavoro sarebbe irragionevole, oltre che provocatorio». Domani si fermeranno quattro ore tutti i dipendenti degli stabilimenti auto del Lingotto a sostegno della vertenza di Termini Imerese mentre, in vista del tavolo tecnico convocato per venerdì 5 febbraio, al ministero dello Sviluppo Economico continua l'esame delle proposte presentate per la fabbrica Fiat. Di «sei-sette ipotesi» aveva parlato venerdì scorso gennaio il ministro Claudio Scajola, ma ogni giorno ne arrivano di nuove. Intanto sul tavolo del governo aumentano i casi di crisi aziendali da definire. Ieri è stato il turno di Eutelia con i dipendenti sotto Palazzo Chigi in attesa di soluzioni. Oggi arrivano a Roma i lavoratori di Alcoa, la multinazionale dell'alluminio, che ha risposto all'invito di Berlusconi a restare chiedendo però garanzie scritte per restare..

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