Baldassarri: ancora irrisolte le cause della crisi

.Ovvero quanto tempo servirà per tornare alla situazione pre crisi e se sono state rimosse le cause che hanno determinato la crisi. Sono queste le domande che bisognerebbe porsi». Mario Baldassarri, economista e presidente della Commissione Finanze del Senato, è molto cauto. Quali sono le incognite che gravano sulla ripresa? «Che ci siano segnali di ripresa sul piano mondiale è fuori dubbio ma bisogna chiedersi se sono state superate le tre cause che hanno portato alla crisi: cioè lo squilibrio reale nell'economia mondiale con l'eccesso di consumo degli Stati Uniti compensato dall'eccesso di risparmio cinese, lo squilibrio finanziario che ha creato flussi di debiti e l'assenza di un governo mondiale dell'economia e di regole internazionali condivise. Di queste tre cause quante sono state risolte? Nessuna, perchè lo squilibrio Usa e cinese è ancora lì, i mercati finanziari traboccano di derivati e mancano nuove regole. Quindi, i segnali di ripresa sono positivi ma siamo sicuri che questa ripresa non ricarichi la molla della crisi tra qualche anno?» E per l'Italia valgono le stesse incertezze? «La domanda vera è quanti anni occorreranno al nostro Paese per tornare ai livelli di reddito e di occupazione del 2007. Alla crisi finanziaria, un anno dopo segue quella produttiva e poi quella occupazionale, e il punto massimo di questa l'avremo nel 2010. Abbiamo visto il fondo del pozzo e stiamo risalendo ma quanti anni ci metteremo per uscire dal pozzo e tornare al pil del 2007? Se seguiamo anche le migliorate previsioni tendenziali del Fmi la risposta è che dobbiamo aspettare fino al 2014». Ma ci sono spazi per uscire prima dal pozzo della crisi? «Sì che ci sono ma occorre fare di più in termini di tagli alla spesa, di riduzione delle imposte, di investimenti in ricerca. Dire che oggi non si possono tagliare le tasse perchè c'è la crisi è privo di senso perchè si possono abbattere gli sprechi».