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Obama ha aperto il dibattito.

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LaGlass Steagall Act del '33 poi abbandonata prevedeva la separazione tra banca d'affari e banca commerciale. Le banche Usa in quanto universali fanno tutto. Raccogliere risparmio, erogare crediti, negoziare titoli e vendere crediti impacchettati trasferendo ad altri i rischi. Si è snaturata la tipica attività della banca che, raccoglie denaro impiegato a favore di aziende valutate meritevoli di credito. Chi concede credito deve analizzare la capacità di rimborso del cliente. Vendendo i crediti trasferisce a ignari risparmiatori il rischio della insolvenza. Il diktat di Obama ha avuto eco anche in Europa dove le operazioni speculative sono state molto minori. Più sensibilità invece si è avuta sulla proposta obamiana di aumentare le tasse alle banche. Il tutto unito allo argomento della prossima introduzione di Basilea 3 che dovrebbe imporre alle banche di incrementare il proprio patrimonio e dettare regole più stringenti per la concessione di affidamenti. Che dovranno essere vincolati a certi parametri stringenti che quasi tutte le PMI italiane non possiedono. Gli studiosi hanno preso posizione paventando che la politica possa interferire sulla autonomia della banche centrali. Sono argomenti di difficile comprensione per una opinione pubblica disorientata dalla crisi, con un risparmio non remunerato e la paura di perdere il lavoro. Il problema è complesso. Va semplificato per farlo capire agli effettivi proprietari della banca. I risparmiatori.

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