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Marcegaglia: no agli impianti inutili Scajola: ma Fiat tuteli i lavoratori

Il picchetto degli operai dello stabilimento Fiat a Termini Imerese

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Se uno stabilimento non sta in piedi non bisogna mantenerlo dov'è, ma reimpiegare la forza lavoro. La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a margine del Forum di Davos interviene sul futuro dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Per il capo degli industriali è chiaro che i vertici del Lingotto non hanno intenzione di mantenere l'impianto siciliano: "Non possiamo rimanere bloccati su quello che c'è e non voler nessun cambiamento: se uno stabilimento non sta in piedi per motivi competitivi e logistici il problema non è mantenerlo là ma reimpiegare la forza lavoro che rischia la disoccupazione". Per la Marcegaglia "tutto il paese dovrebbe avere un approccio un pò meno conservatore".  "Termini può vivere" -  Ai microfoni di Radioanch'io il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola afferma che la riorganizzazione della produzione di Fiat non può andare a scapito dell'occupazione. "Ci rendiamo perfettamente conto che il settore dell'auto in Europa ha un'abbondanza di capacità produttiva in confronto al mercato. C'è la necessità di una ristrutturazione del settore, così come è avvenuto in Giappone e negli USA. Il ministro sostiene che lo stabilimento di Termini Imerese, una cui delegazione ha raggiunto Roma in attesa del vertice al ministero dello Sviluppo economico, ha ancora possibilità di sopravvivere. Ma "se nella riorganizzazione della Fiat non c'è spazio" per l'impianto, l'azienda "deve collaborare - ha detto a Roadiouno - per trovare una soluzione che dia lavoro e prospettive sul piano industriale alla Sicilia".   "Cassa integrazione, una doccia fredda" - "Quando abbiamo di fronte a noi perdite di posti di lavoro la cui difesa è l'essenza dell'azione sindacale arriveremo a tutto per scoraggiare la Fiat ad abbandonare in questo momento particolare posti di lavoro". È quanto ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, parlando a margine dell'assemblea regionale in corso a Milano. "Spero - ha proseguito Bonanni - che da parte della Fiat ci sia una maggior senso di responsabilità perchè queste docce fredde non servono a nessuno, non servono all'azienda, non servono al lavoro e non servono all'Italia". Bonanni ha spiegato infatti che "prima di Natale ci eravamo lasciati dopo un incontro con la Fiat con qualche incognita su Termini Imerese e con l'accordo di vederci oggi, per questo non abbiamo capito che cosa sia successo due o tre giorni fa" quando l'azienda ha proclamato la cassa integrazione per tutti gli stabilimenti italiani. "La Cisl - ha concluso - di fronte a posizioni ragionevoli le sostiene ma combatteremo con tutta la nostra forza l'irragionevolezza".  

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