Fiat in rosso nel 2009 Torna la cedola

La crisi colpisce duro anche in casa Fiat. Che dopo quattro anni di utili grazie alla cura Marchionne presenta nel 2009 il primo bilancio in negativo. Il gruppo del Lingotto ha mandato ugualmente un segnale di fiducia agli azionisti ai quali ha annunciato il ritorno al dividendo, sia pure contenuto. In attesa del business plan 2010-2014 che sarà presentato a Torino il 21 aprile, prevede per quest'anno un utile netto fra 200 e 300 milioni di euro, ricavi in crescita fra il 3 e il 6%, un utile della gestione ordinaria di 1,5 miliardi, tutti target che presuppongono però la conferma degli ecoincentivi nei paesi europei. Il cda, presieduto da Luca Cordero di Montezemolo, ha approvato i conti del 2009, definito «particolarmente difficile». La perdita netta è di 800 milioni di euro, mentre è migliore del target l'utile della gestione ordinaria, pari a 1,1 miliardi (3,4 miliardi nel 2008), con un forte contributo del business Automobili. I ricavi del gruppo, pari a 50,1 miliardi, sono calati del 16% rispetto ai livelli record del 2008 (59,6 miliardi), ma nel quarto trimestre sono aumentati del 3,6% sullo stesso periodo del 2008. Fiat Group Automobiles chiude con un utile della gestione ordinaria di 470 milioni di euro (691 milioni nel 2008), Cnh di 337 milioni (1.122 milioni) e Iveco di 105 milioni (838 milioni). Meglio delle previsioni l'indebitamento netto industriale, pari a 4,4 miliardi di euro a fronte dei 5,9 di fine 2008, con la liquidità in crescita a 12,4 miliardi (3,9 miliardi nel 2008). La decisione di tornare al dividendo, pari a 0,17 euro per le ordinarie e 0,325 euro per le risparmio per un ammontare complessivo di 237 milioni, «riflette la normalizzazione dei mercati dei capitali quale fonte di finanziamento per il gruppo, nonchè la convinzione che il gruppo ha la capacità di continuare a generare utili». Per il 2010, «anno di transizione e stabilizzazione», la Fiat conta sul mantenimento degli ecoincentivi in Europa, esclusa la Germania dove non saranno rinnovati. Senza di questi i ricavi sarebbero inferiori di circa 2,5 miliardi di euro e l'utile della gestione ordinaria per l'Automobile e i Componenti calerebbe di 350-400 milioni, ci sarebbero riflessi sull'utile netto e l'indebitamento supererebbe i 5 miliardi.