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Marchionne: nessun ricatto, il governo sapeva

A sinistra l'ad Fiat Marchionne; a destra il ministro dello Sviluppo economico Scajola

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Senza incentivi la Fiat avrebbe fatto ricorso alla cassa integrazione. Non c'è nessun ricatto, il governo sapeva. L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne interviene dalle pagine di Repubblica sulle polemiche suscitate dalla decisione del Lingotto di mettere in cassa integrazione 30 mila lavoratori per due settimane dal 22 febbraio al 7 marzo. Senza incentivi impatto pesante per l'azienda - "Non c'è niente che non sia stato annunciato con largo anticipo quando abbiamo ripetuto che senza gli incentivi ci sarebbero state conseguenze sulle fabbriche" fa sapere Marchionne, precisando che, ad ogni modo, "la Fiat non cerca lo scontro col governo e con il sindacato". "In assenza degli incentivi - aggiunge da Detroit dove si tratterrà per una settimana - in Italia si perderanno 300mila auto: il mercato da due milioni scenderà a 1,7 milioni e poiché a soffrirne saranno le vetture piccole, l'impatto sarà più pesante per Fiat". Marchionne torna poi sulla questione di Termini Imerese e ribadisce che "non c'è niente di nuovo" e che la Fiat "in futuro non pensa di utilizzare lo stabilimento per nessuno dei suoi business".  

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