Impianti Fiat fermi per due settimane In cassa integrazione 30mila operai
Lo stop agli incentivi all'auto ha prodotto un brusco calo delle vendite e la Fiat ha deciso di fermare contemporaneamente tutti gli stabilimenti auto per due settimane, l'ultima di febbraio e la prima di marzo. Il provvedimento interesserà Mirafiori, Melfi, Cassino, Pomigliano, Termini Imerese e Sevel e coinvolgerà circa 30mila lavoratori. Secondo il Lingotto, "dopo il periodo positivo di fine 2009 gli ordini che si stanno raccogliendo in Italia a gennaio si stanno drasticamente ridimensionando ad un livello ancora più basso di quello registrato a gennaio dell'anno scorso quando il mercato era in grave crisi", anche allora a causa dell'assenza degli incentivi. L'azienda prevede inoltre che l'andamento negativo continui ed ha così deciso di adeguare i livelli produttivi alla domanda. "Manca un piano industriale" - La cassa integrazione nello stabilimento Fiat di Mirafiori interesserà tutti i 5.500 dipendenti. "La crisi, come sapevamo - commenta il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo - non è superata. Continua la latitanza del governo che non ha un piano autonomo sul futuro dell'auto nel Paese, è lui il vero responsabile di questa cassa integrazione". Il fermo di produzione è stato deciso anche nello stabilimento di Melfi (Potenza) con il ricorso alla cassa integrazione ordinaria. Il segretario regionale della Fim-Cisl, Antonio Zenga, si è detto "molto preoccupato per il mancato rinnovo degli incentivi per la rottamazione, ritardo che, come era ampiamente prevedibile, sta deprimendo la domanda. Siamo anche preoccupati - ha aggiunto - per le possibili ripercussioni negative che il calo del mercato ed il conseguente blocco della Sata potrebbero determinare sul sistema dell'indotto di Melfi". Per la Fiom-Cgil, "la Fiat avrebbe dovuto fare una valutazione più puntuale della situazione. In particolare - ha detto il segretario regionale, Giuseppe Cillis - esprimiamo perplessità poichè la Fiat annuncia due settimane di cassa integrazione senza aver presentato un piano industriale a Governo e sindacati". In nodo degli incentivi - Per il ministro del welfare Maurizio Sacconi a margine del congresso della Fpl-Uil a Bellaria, Rimini, "il tema ancora aperto e non risolto è quello del futuro strategico di Fiat, dal quale poi discendono una serie di altri problemi come quello di Termini Imerese", impianto che l'azienda vuole chiudere. Non si è però sbilanciato sulla richiesta degli ecoincentivi per il 2010, rifacendosi a quello che ha già detto il ministro per lo Sviluppo economico. Claudio Scajola. Il governo "starebbe infatti valutando un insieme di incentivi per aiutare i consumi e nello stesso tempo diminure i consumi energetici e l'inquinamento", ha confermato ieri Scajola. Gli incentivi per l'auto allo studio dell'esecutivo "saranno inferiori al passato, perchè dobbiamo accompagnare questi prodotti verso l'uscita dall'incentivazione - ha concluso il ministro - per lasciarli alla libera competizione di mercato".