Fmi: "In Italia Pil in crescita dell'1%"
La ripresa globale "e' partita prima e piu' forte del previsto" ma sara' "lenta rispetto alle precedenti esperienze" e soprattutto procedera' a velocita' e intensita' diverse nelle diverse regioni. La diagnosi e' del Fondo monetario internazionale che ha aggiornato al rialzo le sue previsioni economiche. In particolare, l'istituto di Washington prevede ora che il Pil mondiale crescera' quest'anno del 3,9%, con un miglioramento dello 0,8% rispetto ai numeri diffusi a ottobre scorso. La stima per il 2011 sale invece dello 0,1% al 4,3%. Per l'Italia l'Fmi ritiene possibile una crescita dell'1% nel 2010 (+0,8%) e dell'1,3% nel 2011 (+0,6%). Nel complesso, il prodotto delle economie avanzate e' previsto aumentare del 2,1% (+0,8%) quest'anno e del 2,4% (-0,1%) il prossimo. Gli Stati Uniti dovrebbero mettere a segno una crescita rispettivamente del 2,7% (+1,2%) e del 2,4% (-0,4%). L'Eurozona dovra' invece accontentarsi di un +1% (+0,7%) nel 2010 e di un +1,6% (+0,3%). Al suo interno spicca la performance tedesca (+1,5% e +1,9% nei due anni). Mentre non sembra volerne di ripartire l'economia spagnola, che si contrarra' dello 0,6% quest'anno per poi risalire dello 0,9% il prossimo. A trascinare l'economia mondiale saranno i Paesi emergenti. La Cina, innanzitutto (+10% e +9,7%=. Ma anche l'India (+7,7% e +7,8%). In generale, le nazioni in via di sviluppo sono previste crescere a un ritmo del 6% nel 2010 e del 6,3% nel 2011. Insomma, le condizioni migliorano ma il malato non e' ancora guarito del tutto e "ci sono significativi rischi verso il basso nelle prospettive". Primo fra tutti "una prematura e incoerente uscita dalle politiche di sostegno". Per questo il Fondo invita le autorita' di Governo e monetarie a continuare a sostenere la ripresa, pur senza dimenticarsi di cominciare a studiare un'exit strategy e di comunicare sin d'ora cosa intendono fare quando il paziente sara' in grado di rimettersi a camminare sulle sue gambe. Le politiche di bilancio, sottolineano a Washington, dovranno "rimanere accomodanti nel breve periodo" e allo stesso tempo le banche centrali dovranno mantenere bassi i tassi d'interesse, aiutate anche dagli scarsi rischi di inflazione. Cruciale sara' poi "continuare a riparare il settore finanziario" che, sottolinea l'aggiornamento del Gsfr, "rimane ancora fragile sebbene in complessivo miglioramento".