«La macchina del made in Italy si è rimessa in moto anche in Europa dopo le performance positive nei paesi extraUe».
«Èun dato che aspettavamo - prosegue il vice ministro - perché mentre i mercati extraeuropei c'era già stato a luglio un primo scatto del made in italy, in Europa che resta il nostro primo mercato con una quota del 58,5%, questo segnale ha tardato a manifestarsi. Certo, bisogna stare attenti, soprattutto alla crisi che ancora colpisce i nostri principali partner commerciali, penso alla Germania che ha registrato l'ultimo trimestre del 2009 con una crescita zero, ma il dato di ci fa essere più ottimisti, ci fa vedere il bicchiere mezzo pieno, perché è con una ritrovata fiducia che il 2010 potrà essere l'anno della riscossa del made in Italy». In particolare rileva a novembre 2009 anche un discreto numero di incrementi tendenziali positivi dell'export del made in Italy (rispetto a novembre 2008) verso vari Paesi dell'UE: +5,4% verso il Belgio, +7,3% verso il Portogallo, +2,6% verso la Grecia; mentre anche l'export verso la Francia, nostro secondo Paese cliente al mondo, registra finalmente un calo molto contenuto: -2,8%. Per quanto riguarda i settori del made in Italy che hanno avuto incrementi delle esportazioni verso l'Ue rispetto al novembre 2008 si registrano gli alimentari (+4,8%), i prodotti in carta (+7,7%), i prodotti chimici (+5,2%), i prodotti farmaceutici (+34,9%), i prodotti in legno (+0,7%). «Altro elemento positivo - conclude Urso - è che nel periodo gennaio-novembre 2009 il passivo con l'estero dell'Italia verso il mondo si è notevolmente ridimensionato, scendendo a 3,9 miliardi di euro rispetto agli 11,1 miliardi dello stesso periodo del 2008. E nonostante la gravità della crisi mondiale nei primi 11 mesi dell'anno l'Italia ha fatto comunque registrare un surplus manifatturiero con il mondo di 43,2 miliardi di euro, di poco inferiore a quello dell'intero 2006. Con il dato di dicembre il nostro surplus manifatturiero si avvicinerà probabilmente al valore fatto registrare nel 2007».